Dopo la prima descrizione del virus e della sindrome indotta su pomodoro nel 2016, le segnalazioni del Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) si sono rapidamente susseguite in quasi tutti i Paesi produttori di pomodoro del mondo. La rapida diffusione del nuovo virus e i gravi sintomi indotti su pomodoro hanno creato un forte allarme tra gli operatori del settore produttivo del pomodoro, certamente la più importante coltura orticola al mondo, in particolare in Italia che vanta, sia per superfici coltivate, qualità del prodotto e attività vivaistica, importanti primati a livello mondiale.
Come tutte le malattie da virus, tutte le azioni contro il ToBRFV mirano alla riduzione dei danni e dello sviluppo di epidemie, dato che non esistono mezzi di controllo diretto o cura delle piante infette.
Il contenimento del danno nel caso delle malattie virali contempla l’uso di pratiche apparentemente antieconomiche (ad esempio, l’eradicazione di intere piantagioni o di singole piante), che però si rilevano fondamentali nel limitare la diffusione del patogeno e il conseguente aumento dei danni economici diretti e indiretti.
In linea generale si deve solo prevenire, evitando sia l’introduzione del virus nelle aree dove esso non è presente (a livello di territori, vivai, aziende in piena area, serre) sia la sua diffusione in zone dove è già presente. La prevenzione ha un costo che non è comunque mai equiparabile a quello dovuto ai danni causati dal patogeno.
Visto che ancora le conoscenze su ToBRFV non sono complete, molte delle indicazioni derivano dalle esperienze di gestione di altri tobamovirus e, in particolare, del CGMMV, le cui caratteristiche epidemiologiche sembrano essere molto simili.
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 11/2020
ToBRFV: virosi emergente che si può contenere
di M. Tessitori
L’articolo completo sarà disponibile anche su Rivista Digitale