Sono 17 i ministri dell’agricoltura Ue che chiedono alla Commissione europea di «rifare i compiti a casa» sui fitofarmaci e di presentare una nuova valutazione di impatto sulla proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti chimici.
Tener conto delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina sugli approvvigionamenti alimentari è il «minimo sindacale», sostengono i diciassette, così come ovviare ad alcune vistose carenze del documento già presentato, in particolare sull’analisi economica delle conseguenze dei target di riduzione degli agrofarmaci sulla capacità produttiva europea.
Integrare in modo così robusto la valutazione di impatto che accompagna l’iniziativa legislativa (come tutte quelle dell’Ue) vorrebbe dire fermare le macchine del processo legislativo fino alla presentazione del nuovo rapporto. Potrebbero volerci mesi, forse un anno, e probabilmente addio al nuovo regolamento in questa legislatura.
Una novità è che anche l’Italia è per una soluzione di questo tipo.
Ma anche gli altri Paesi, tra cui Francia e Germania, chiedono comunque supplementi di informazioni alla Commissione, che sembra restare ferma sulle sue posizioni. «Stiamo ascoltando e siamo pronti a lavorare con voi per trovare compromessi praticabili, soluzioni ambiziose che realizzino i nostri obiettivi» ha detto la commissaria competente, Stella Kyriakides.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2022
Agrofarmaci: cresce il dissenso sul regolamento Ue
di Angelo Di Mambro
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