L’esigenza di ridurre al minimo il ricorso ai mezzi tecnici in regime di agricoltura integrata ha aumentato l’interesse per le soluzioni alternative ai trattamenti chimici nella difesa delle colture. A tale proposito, sempre maggiore richiamo suscitano gli agenti di controllo biologico (Bca), la cui presenza nelle strategie di difesa è aumentata significativamente negli ultimi anni.
Fra i Bca è stato registrato in Italia l’agrofarmaco microbiologico Polyversum (Gowan, in collaborazione con la Società di ricerca Biopreparaty) a base di Pythium oligandrum Dreschler, ceppo M1, un microrganismo antagonista oomicete.
Come agisce
Pythium oligandrum è un micoparassita molto aggressivo che può attaccare una vasta gamma di ospiti, tra cui oltre 20 generi di funghi patogeni di interesse agrario, quali Botrytis spp., Sclerotinia spp., Sphaeroteca spp., Fusarium spp., Alternaria spp., Verticillium spp., Rizoctonia spp., Pythium spp., ecc.
L’azione fungicida di P. oligandrum è dovuta sia a un effetto diretto di controllo degli agenti patogeni (micoparassitismo) sia a effetti indiretti, mediati dal fungo stesso, quali induzione di resistenza e promozione della crescita delle piante trattate.
Sperimentazione condotta in Emilia-Romagna e Abruzzo
Nel 2016-2017 sono state realizzate in Emilia-Romagna e in Abruzzo prove sperimentali in vigneto per testare l’attività di P. oligandrum contro la botrite della vite, con l’aggiunta di uno studio preliminare sul marciume acido, entrambe malattie molto pericolose che possono compromettere quantità e qualità della produzione vitivinicola.
La prova contro la botrite del 2016 è stata realizzata su un vigneto di 4 anni della varietà Trebbiano Romagnolo, presso un’azienda sita in Faenza (Ravenna), dal Centro di saggio Astra Innovazione e Sviluppo.
La prova contro la botrite del 2017 è stata condotta su un vigneto della varietà Montepulciano, presso un’azienda sita a Cerratina di Pianella (Pescara), in collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Abruzzo e con il CdS Agritec.
La prova contro il marciume del 2016 è stata realizzata su un vigneto della varietà Trebbiano Romagnolo,presso un’azienda sita in Tebano di Faenza (Ravenna), dal Centro di saggio Astra Innovazione e Sviluppo.
Buon controllo a basso impatto ambientale
Il nuovo fungicida a base di P. oligandrum, applicato sulla vite con trattamenti ripetuti da fine fioritura a invaiatura–pre-raccolta, ha dato ottime performance contro la botrite, garantendo una buona protezione del grappolo.
Questi risultati sono molto interessanti anche nell’ottica di una strategia che preveda un trattamento chimico precoce nella fase di fine fioritura, come evidenziato da altri studi effettuati in passato, e nelle fasi successive, fino all’immediato pre-raccolta, con prodotti a basso impatto ambientale. Questo potrebbe essere il giusto compromesso a garanzia di una buona protezione dalla botrite e assenza di residui, temi sempre più sentiti anche dalle cantine di vinificazione.
La conferma arriva dalla prova di strategia che mostra la buona efficacia ottenuta da P. oligandrum nei confronti della botrite della vite quando impiegato appunto in invaiatura e pre-raccolta, dopo un trattamento chimico eseguito alla fase di pre-chiusura grappolo. Dalla prova emerge come in questo contesto sia possibile sostituire il secondo trattamento chimico eseguendo due interventi con un prodotto a basso impatto senza pregiudicare l’efficacia finale.
Infine, per il marciume acido l’andamento climatico nel 2016 a Tebano ha creato condizioni particolarmente favorevoli allo sviluppo della malattia, dove si è confermata la scarsa efficacia degli antibotritici chimici nel suo contenimento. In questa prova contro il marciume acido i risultati migliori sono stati ottenuti dalla tesi trattata in pre-raccolta con P. oligandrum, dato che conferma quanto osservato in altre esperienze di campo.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2018
Pythium oligandrum su vite contro botrite e marciume acido
di F. Cavazza, D. D’Ascenzo, L. Crivelli
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