Tra gli obiettivi della strategia europea Farm to Fork è prevista la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari del 50% entro il 2030: si tratta di un obiettivo molto ambizioso, in particolare per le nostre aree viticole e frutticole dove, per le condizioni climatiche, la pressione dei patogeni costringe a effettuare un numero elevato di trattamenti ogni anno.
È evidente che per poter rispettare tale obbligo, oltre a utilizzare tecniche di distribuzione appropriate, finalizzate a diminuire la deriva e/o volatilizzazione, è necessario innanzitutto adottare strategie di riduzione del consumo dei prodotti fitosanitari mediante tecniche di distribuzione «adeguate» o «ottimizzate», superando la classica formulazione del dosaggio riferito alla quantità di prodotto per unità di superficie trattata o quantità di prodotto per volume di bagnatura.
La questione dell’unità di riferimento per esprimere la dose si pone, in particolare, per le colture arboree, che presentano una variabilità molto ampia in termini di effettiva superficie bersaglio per il trattamento, sia tra diverse specie e forme di allevamento. Nell’ambito della stessa coltura, il problema si pone con il progredire dell’età dell’impianto e dello stadio di sviluppo vegetativo nel corso della stagione.
Queste variabili tendono a dimostrare le carenze dell’applicazione di un dosaggio unico per tutte le situazioni colturali: partendo da una situazione in cui il deposito sulle foglie è ottimale per efficacia e senza deriva, se si applica la stessa dose riferita all’ettaro su vegetazione con diversa superficie fogliare più o meno estesa il risultato sarà insoddisfacente, in quanto il deposito risulterà sovrabbondante, o scarso a seconda che le piante trattate siano rispettivamente piccole, giovani, con pochi strati fogliari, o all’opposto estremamente vigorose.
Queste considerazioni, peraltro, si applicano allo stesso modo anche al volume di miscela: dose e volume, infatti, sono entità complementari ai fini dell’efficienza e dell’efficacia fitoiatrica del trattamento.
Le attuali prescrizioni riportate nelle etichette dei prodotti fitosanitari, che ricordiamo, devono essere obbligatoriamente rispettate a norma di legge, lasciano poco spazio alla possibilità di applicare metodi di distribuzione che mutano al variare dello sviluppo vegetativo, anche perché tra le varie etichette esiste una grande variabilità delle prescrizioni. In merito alla ricerca di strategie volte alla riduzione del consumo dei prodotti fitosanitari, cercando di superare la classica formulazione del dosaggio riferito all’ettaro, qualcosa si sta muovendo:
- sono stati recentemente immessi sul mercato i primi formulati per la vite che riportano in etichetta l’indicazione dell’LWA (Leaf Wall Area), ovvero la possibilità di adottare la dose di prodotto in funzione della parete fogliare presente in vigneto al momento del trattamento;
- è stata introdotta la deroga al rispetto delle dosi minime riportate in etichetta per le aziende aderenti al Sistema SQNPI che utilizzano macchine a recupero o altri dispositivi o attrezzature che determinano una riduzione del volume distribuito per unità di superficie irrorata. Le Linee guida nazionali di produzione integrata stabiliscono che la deroga è consentita nella misura in cui nell’esecuzione del trattamento si rispetta la concentrazione della miscela, adottando un volume di irrorazione adeguato alla fase fenologica (volumi più contenuti nelle prime fasi vegetative), alle forme di allevamento della coltura oggetto del trattamento e ai volumi di irrorazione che possono rispondere anche a precise misurazioni tipo Leaf Wall Area;
- è in corso di approvazione la revisione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan) che introduce la possibilità, fatta salva la necessità di garantire l’efficacia dei prodotti fitosanitari utilizzati e di prevenire fenomeni di resistenza, di predisporre, entro dodici mesi dall’entrata in vigore del Piano, uno specifico provvedimento per definire i criteri e le modalità che possono consentire il ricorso a dosi di impiego ridotte, rispetto a quelle indicate in etichetta. Nella proposta del provvedimento viene fatto uno specifico riferimento soprattutto nel caso di trattamenti da effettuare sulle colture che si sviluppano in altezza e che possono essere caratterizzate da numerose variabili di tipo applicativo (differenti fasi fenologiche e/o forme di allevamento della coltura, utilizzo di attrezzature con diversa efficienza di distribuzione, ecc.).
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 37/2023
Prospettive di difesa in vigneto con la distribuzione ottimizzata
di R. Salvò
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