Popillia japonica, specie in progressiva diffusione che crea danni ingenti

La prima segnalazione della presenza del coleottero scarabeide Popillia japonica Newman nell’Italia settentrionale risale al 2014. L’area infestata, a partire dal focolaio iniziale lungo le sponde del Ticino, tra le province di Novara e Varese, coinvolge ormai gran parte del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale, nonché alcuni comuni del Piacentino e il sud del Canton Ticino (Svizzera).

A seconda delle caratteristiche del territorio, la diffusione, dovuta al volo degli adulti, procede a un ritmo di 7-10 km/anno, coinvolgendo quindi nuove aree e relativi agroecosistemi.
Questo insetto polifago è in grado di attaccare più di 300 specie vegetali e di arrecare ingenti danni.

L’intensità dei danni è fortemente influenzata, oltre che dalla preferenza verso certe specie e varietà, dal contesto agroambientale: a seconda delle coltivazioni prevalenti e/o della vegetazione naturale presente in determinate aree, gli adulti possono attaccare le specie vegetali con livelli di infestazioni variabili.

Ad esempio in zone con prevalenza di prati permanenti o di risaie, non risultando queste colture attrattive sotto il profilo alimentare, gli adulti si riversano sulle coltivazioni isolate di piccoli frutti e in orti e frutteti familiari; in situazioni particolari pertanto possono essere attaccate anche specie non annoverate tra le preferite, come castagno e ulivo. In aree con ampia presenza di specie appetibili come mais e soia, gli attacchi possono essere diffusi sul territorio, con punti di maggiore intensità sui bordi degli appezzamenti, in base anche alla vicinanza a zone più favorevoli allo sviluppo larvale.

Danni su vite da vino e da tavola

Vigneto con foglie completamente scheletrizzate

La vite europea è particolarmente attrattiva per gli adulti di P. japonica, come pure un ibrido euro-americano coltivato nel Nord-Est del Piemonte per la produzione di «uva fragola» (cv. Isabella). Le infestazioni risultano particolarmente elevate, anche se possono esserci gradienti diversi nei vigneti, spesso con attacchi più gravi su filari di bordo verso aree boschive.

In assenza di interventi di contenimento si può verificare una defogliazione completa verso metà luglio (foto 1), con erosioni anche dei ricacci e possibili isolati casi di attacchi sugli acini immaturi. I vigneti, non essendo irrigati, anche se inerbiti non ospitano popolazioni larvali significative, tranne nel caso di estati piovose. Gli adulti che originano da larve presenti in vigneto possono però attrarre quelli sfarfallati dai terreni circostanti, anticipandone l’arrivo in massa.

Piante da frutto

Susine in maturazione attaccate da adulti

L’area infestata in Piemonte non ospita finora superfici importanti coltivate a drupacee o pomacee, presenti invece in frutteti familiari. Oltre a intense scheletrizzazioni delle foglie, si registrano anche danni sui frutti (susine, nettarine, albicocche e mele) che, soprattutto in fase di maturazione e in assenza di interventi di difesa, possono presentarsi ricoperti da decine di adulti.

Anche piccoli frutti (mirtillo, lampone, mora, ribes, aronia) e fragola possono subire danni analoghi.

Kaki e actinidia possono presentare erosioni fogliari importanti, soprattutto la specie Actinidia arguta. I frutti ancora immaturi di questa specie, come pure quelli del kaki, possono essere intaccati.

La presenza di noccioleti in prossimità di colture irrigue li predispone a forti infestazioni con danni consistenti alla vegetazione, tanto più gravi in nuovi impianti potendo compromettere lo sviluppo delle giovani piante.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2022
Popillia japonica, una specie in progressiva diffusione
di G. Bosio, E. Piazza, E. Giacometto
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