Plasmopara viticola, patogeno ad alto rischio resistenza

peronospora della vite

I miceti fitopatogeni sono caratterizzati da un’elevata capacità di adattamento a condizioni ambientali, all’ospite e anche alla pressione di selezione imposta dai fungicidi monosito.

La gestione della resistenza ai fungicidi è, in particolare, una delle problematiche più importanti legate alla difesa delle colture dalle malattie di origine fungina.

Diversi sono i fattori che concorrono a determinare il rischio di resistenza ai fungicidi (figura). Ciò fa sì che la gestione della resistenza ai fungicidi, pur basandosi su criteri generici declinati nelle strategie antiresistenza (esecuzione di trattamenti preventivi, applicazione dei fungicidi monosito in miscela e/o alternanza con partner dal diverso meccanismo di resistenza e limitazione del numero di trattamenti con la medesima classe di resistenza), venga modulata nei casi specifici (www.frac.info).

Figura – Fattori che contribuiscono a determinare un elevato rischio di resistenza

Elevato rischio resistenza - fattori di rischio

Lo scopo ultimo delle strategie antiresistenza è quello di garantire un’ottimale difesa della coltura, riducendo la pressione di selezione esercitata dalla classe fungicida nei confronti degli individui resistenti. Per scongiurare perdite di controllo della malattia in pieno campo, infatti, è fondamentale ridurre la presenza di individui resistenti all’interno della popolazione del patogeno e modulare in maniera oculata l’impiego delle diverse classi di fungicidi monosito disponibili.

La gestione di Plasmopara viticola

La gestione della resistenza ai fungicidi è di particolare rilevanza nella difesa della vite da Plasmopara viticola, agente eziologico della peronospora.

P. viticola è un patogeno considerato a elevato rischio di resistenza poiché policiclico, in grado cioè di causare un numero elevato di cicli d’infezione nel corso della medesima stagione vegetativa, dotato di un’elevata capacità di dispersione tramite spore e in grado di effettuare riproduzione sessuata tramite oospore.

Queste caratteristiche fanno sì che gli individui resistenti possano diffondersi nella popolazione del patogeno a scapito degli individui sensibili, se la difesa non viene pianificata ed eseguita in maniera ottimale.

Inoltre, l’elevato numero di trattamenti effettuati nelle regioni caratterizzate da elevata pressione della malattia incrementa il rischio di selezionare individui resistenti alle classi di fungicidi monosito disponibili.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 10/2019
Resistenza ai CAA, verifica su ceppi di Plasmopara viticola
di S. L. Toffolatti
L’articolo completo è disponibile anche su Rivista Digitale