Nella difesa dalla peronospora della vite la scelta delle sostanze attive e dei formulati dovrebbe tenere conto di diversi fattori, a partire dalla fase fenologica della coltura. In questo contesto si possono considerare tre diversi periodi:
- da inizio vegetazione alla pre-fioritura: con ridotti volumi di massa vegetativa, è consigliabile l’utilizzo di prodotti di copertura preferibilmente in miscela con sostanze attive dotate di mobilità locale, citotropici/traslaminari, privilegiando applicazioni preventive e non utilizzandoli, intenzionalmente, con finalità curative o eradicanti;
- dalla pre-fioritura all’allegagione: con la vite in forte accrescimento vegetativo, possono essere utilizzati prodotti sistemici, dotati di elevata mobilità, in miscela con prodotti di contatto e citotropici;
- dall’allegagione a inizio maturazione: è necessario proteggere soprattutto il grappolo anche dalle subdole infezioni larvate, privilegiando l’utilizzo di sostanze che presentano spiccata affinità per le cere epicuticolari, in miscela con prodotti endoterapici e/o citotropici o prodotti di contatto in relazione al rischio epidemico.
Un discorso a parte meritano i fosfonati. Date le loro caratteristiche chimico-fisiche possono essere rapidamente assorbiti (per via acropeta e basipeta) e traslocati nei giovani tessuti. Il loro uso si ritiene particolarmente utile, per la protezione della vegetazione, nel periodo che va dalla ripresa vegetativa avanzata all’ingrossamento acini, garantendo nei trattamenti più tardivi una valida protezione della nuova vegetazione (femminelle). Per i fosfonati è anche opportuno tenere presente che nella protezione dei grappoli devono essere abbinati con sostanze attive caratterizzati per tale attività.
In tutte le situazioni è opportuno programmare i trattamenti in maniera preventiva, cadenzandoli in maniera più o meno rigida in relazione alle previsioni meteorologiche.
Ovviamente la corretta gestione agronomica del vigneto mediante il mantenimento di un buon equilibrio vegetativo, l’adozione di pratiche come l’inerbimento, che consentano facilità e tempestività di rientro in campo in caso di frequenti precipitazioni, il controllo della perfetta efficienza delle attrezzature di distribuzione contribuisce a ottimizzare la difesa anche in annate a forte rischio peronosporico.
Sicuramente le migliorate conoscenze sulla biologia del patogeno, sulle caratteristiche delle sostanze attive oggi disponibili, le previsioni meteorologiche sempre più affidabili, l’ausilio di modelli previsionali, ove disponibili, consentono di modulare opportunamente la difesa antiperonosporica anche nel rispetto delle esigenze economiche delle aziende agricole.
È necessario, però, che tutti facciano la loro parte, agricoltori, tecnici e rivenditori nel rimanere sempre aggiornati sull’evoluzione dei concetti di difesa e della disponibilità dei mezzi chimici e strategie efficaci, rispettando le indicazioni in etichetta dei formulati.
Le problematiche vissute ancora nel corso del 2016 e del 2018 devono infondere la consapevolezza che l’esito finale della difesa della vite da questa distruttiva malattia dipende da numerose variabili ed è sufficiente che una sola di esse non venga soddisfatta per incorrere in consistenti perdite di quantità e qualità di questa preziosa coltura.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 10/2019
Peronospora della vite sempre in primo piano
di D. D’Ascenzo, A. Brunelli
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