«Gli agricoltori non usano i prodotti fitosanitari perché gli piace ma perché servono a combattere le malattie, dobbiamo dare loro alternative concrete». Lo ha detto Paolo De Castro (Pd, S&D) intervenendo all’audizione congiunta delle commissioni Ambiente, Agricoltura e Petizioni dell’Europarlamento sull’iniziativa dei cittadini «Salvate le api e gli agricoltori». Per ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi «servono alternative, come nuovi tipi di piante resistenti e nuovi prodotti fitosanitari e formazione» per gli agricoltori, ha sottolineato Herbert Dorfmann (Svp, Ppe).
Alla stessa audizione è intervenuta anche Claire Bury, vicedirettrice generale della Commissione europea per la sicurezza alimentare: «Ridurre la dipendenza dai pesticidi deve essere un processo graduale ma ambizioso – ha detto -, ecco perché abbiamo proposto di dimezzarne l’uso entro il 2030 e siamo già a buon punto: nell’Ue è già diminuito del 14%, e del 26% per le sostanze più pericolose».
Per dare alternative agli agricoltori, ha spiegato Bury, la Commissione lavora «ad accelerare l’immissione sul mercato di prodotti biologici e a promuovere la lotta integrata ai parassiti e stiamo lavorando alla proposta sulle nuove tecniche genomiche in agricoltura».
Ora il mondo agricolo attende che su quest’ultimo aspetto, l’utilizzo delle TEA, si passi dalle parole ai fatti, tenendo presente che le organizzazioni che giustamente si preoccupano di salvare gli impollinatori sono anche le stesse che alzano i muri contro l’utilizzo delle nuove tecniche di miglioramento genetico.