Gli Stati membri UE chiedono informazioni aggiuntive alla Commissione europea «entro 6 mesi», per poter procedere con l’esame della proposta di regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, che prevede un obiettivo di riduzione nell’uso e nel rischio di questi prodotti del 50% a livello UE entro il 2030. Obiettivo che, a livello nazionale per l’Italia, si tradurrebbe nel 62% di riduzione.
La decisione è stata approvata a maggioranza nell’ultimo Consiglio agricolo a Bruxelles: Olanda e Germania hanno votato contro e la Danimarca si è astenuta. Il Consiglio UE approverà il 19 dicembre in via formale il testo, che nei giorni successivi sarà pubblicato sulla Gazzetta UE. Quindi, a conti fatti, i 6 mesi dovrebbero scadere il prossimo giugno.
Le aree in cui i Paesi Ue chiedono di approfondire le conseguenze del progetto della Commissione sono diverse: impatto della proposta di regolamento sugli agrofarmaci sui volumi di produzione; disponibilità di mangimi e alimenti; i prezzi, gli oneri amministrativi sulla redditività delle aziende, in particolare quelle piccole; la disponibilità di alternative ai fitofarmaci e l’aumento del rischio potenziale per l’introduzione e la diffusione di nuovi patogeni nell’UE; l’impatto quantitativo della decisione di vietare l’uso di fitofarmaci nelle cosiddette «aree sensibili», sui popolamenti forestali e sulla biodiversità dipendente dalle foreste.
«Il lavoro sul dossier va comunque avanti a livello tecnico» ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell’agricoltura della Repubblica Ceca Zdenek Nekula.
La decisione finirà per rallentare, inevitabilmente, l’iter del regolamento. Secondo fonti della Presidenza ceca, «ora starà agli svedesi: di solito sono molto più verdi di noi, potrebbero anche fare in modo di imprimere un’accelerazione». Durante l’ultimo Consiglio UE il ministro della Spagna Luis Planas, che guiderà la configurazione agricoltura e pesca nel secondo semestre del 2023 e che aveva sempre dichiarato di voler approvare definitivamente il provvedimento, si è limitato a dire che «lavorerà per fare avanzare il dossier».