Mortalità della cimice asiatica con alte temperature

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La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un fitofago alieno capace di causare danni ingenti alle produzioni agricole, in particolare alle specie arboree da frutto, alle orticole e alle colture estensive, specialmente in Nord Italia. I danni alle colture sono associati soprattutto all’attività trofica che può avvenire a spese di diversi organi vegetali. La valutazione della dannosità di H. halys necessita di approfondimenti sull’andamento delle popolazioni in relazione agli andamenti climatici.

Nei territori di origine la cimice asiatica può compiere da 1 a 6 generazioni all’anno, mentre in Nord Italia la specie è bivoltina. Lo sviluppo embrionale e post-embrionale della cimice asiatica è influenzato da vari fattori ambientali, tra cui temperatura, umidità e fotoperiodo.

La durata di incubazione delle uova dura da 3 a 22 giorni circa, a temperature rispettivamente di 30 e 15 °C. L’optimum termico di temperatura per lo sviluppo delle neanidi e delle ninfe si aggira intorno ai 25 °C. Studi sugli effetti letali delle alte temperature sugli adulti di H. halys rivelano livelli di mortalità a partire già da 35 °C, ma questi risultati variano a seconda del tempo di esposizione degli insetti e se si tratta di adulti in pre- oppure in post-svernamento.

La temperatura e l’umidità relativa sono i principali fattori che influenzano la biologia e la distribuzione geografica della cimice asiatica.

Al fine di indagare la suscettibilità degli adulti di H. halys ad alte e basse temperature, l’Università di Padova ha eseguito prove di laboratorio per ricavare le curve di mortalità della specie a diverse temperature e tempi di esposizione.

Effetti delle alte temperature

Gli adulti di cimice asiatica esposti alle alte temperature hanno mostrato livelli di mortalità crescenti all’aumentare sia delle temperature sia dei tempi di esposizione.

Con tempi di esposizione di 15 o 30 minuti la temperatura minima che ha causato livelli di mortalità alle cimici è stata di 42,5 °C, mentre con 60 minuti di esposizione i primi adulti morti sono stati osservati con temperature superiori a 38 (adulti in entrata nei siti svernamento) o 41 °C (adulti in uscita dai siti di svernamento).

In generale, temperature superiori a 45-47,5 °C sono state in grado di causare tassi di mortalità attorno al 100%. Studi precedenti avevano già dimostrato come trattamenti a 45 °C per almeno 1 ora potevano abbattere tutti gli adulti di H. halys, offrendo concrete possibilità applicative nella disinfestazione di merci per gli scambi commerciali internazionali. Questo approccio è attualmente seguito in Nuova Zelanda e in Australia per il trattamento di alcune merci provenienti da Paesi in cui è presente la cimice asiatica.

Sviluppo di modelli previsionali

I risultati acquisiti nelle prove sulle alte temperature mostrano da un lato una possibile influenza sulla mortalità di H. halys nel periodo estivo, in particolare in aree geografiche caratterizzate dalla presenza di ondate di calore, dall’altro come l’applicazione di alte temperature in condizioni controllate potrebbe giovare nella disinfestazione del materiale di scambio internazionale in uscita e in entrata.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 17/2021
Mortalità della cimice asiatica con alte e basse temperature
di D. Scaccini, P. Tirello, C. Duso, A. Pozzebona
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