«Non sono vere le critiche secondo cui le agenzie Ue trascurano gli studi accademici o la scienza indipendente; a noi non interessa da dove vengono le prove, ma che queste siano pertinenti e affidabili». Così il direttore dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) Bernhard Url commenta con l’Ansa il ritorno delle polemiche sull’erbicida glifosate, con il primo parere dell’Agenzia europea dei chimici (Echa) che ha classificato il prodotto come non cancerogeno e che ha sollevato le critiche delle ong ambientaliste.
Il parere dell’Efsa arriverà non prima della prossima estate. Ma per il direttore dell’Agenzia di Parma «il glifosate è un esempio perfetto» della necessità di un approccio One Health (Salute Unica), che combini conoscenze sulla salute umana e del pianeta.
«Il glifosate è un buon esempio in cui valutiamo la sicurezza per la salute e l’ambiente, ma penso che la domanda sociale sia se vogliamo o no usare erbicidi nell’agricoltura europea. Si tratta di un quadro molto più ampio che richiede di combinare più approcci disciplinari. Così – conclude Url – riusciremo a dare strumenti migliori alla politica per prendere decisioni e rispondere alla domanda».