Sono buoni i primi risultati del piano di lotta biologica alla cimice asiatica avviato l’anno scorso in Emilia-Romagna, così come in altre regioni frutticole, con gli esemplari di vespa samurai, un piccolo insetto innocuo per l’uomo ma predatore di cimici, che si sono insediati stabilmente nei siti di lancio.
È il bilancio che la Regione fa sul progetto, auspicando il via libera da parte del Ministero dell’ambiente alla prosecuzione anche per quest’anno.
Nel 2020 sono stati liberati sul territorio circa 66.000 vespe samurai, nemici naturali della cimice che ha provocato consistenti danni all’agricoltura locale, principalmente alle pere ma non solo.
Il piano era partito a giugno scorso con il «lancio» in un’azienda di Campogalliano (Modena) dei primi 110 esemplari di vespa samurai. Finora sono stati 300 i lanci nei cosiddetti corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti), siti dove la cimice depone le sue uova che vengono parassitizzate da questa specie di vespa.
«Un risultato molto importante – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi – in quanto l’obiettivo del primo anno di lotta biologica alla cimice era proprio quello di permettere alla vespa samurai di insediarsi nel territorio il più velocemente possibile, in modo da avviare quel processo di riequilibrio ecologico che dovrebbe dare respiro alla nostra frutticoltura».