Proteggere le piante, proteggere il pianeta è stato il tema scelto per la 31ª edizione del Forum di medicina vegetale tenutosi a Bari lo scorso 11 dicembre. Un evento, quello organizzato dall’Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), divenuto un punto di riferimento per il mondo della fitoiatria del Meridione (ma non solo) e che ha voluto celebrare l’Anno internazionale della salute delle piante.
Anche per la 31ª edizione è stato confermato il format adottato con successo nelle precedenti edizioni e articolato in tre differenti sessioni: nella prima una tavola rotonda si è occupata del tema «Proteggere le colture coniugando strategie e politiche fitosanitarie con l’ecosostenibilità ambientale»; la seconda sessione è stata dedicata alle novità proposte dalle società agrochimiche e infine la terza si è focalizzata sui «Patogeni e parassiti di recente introduzione e di possibile diffusione sul territorio pugliese».
2020 anno internazionale della salute delle piante
Nella tavola rotonda inaugurale sono stati analizzati il ruolo della difesa fitosanitaria nella salvaguardia delle produzioni agricole, della sicurezza alimentare e della tutela del territorio.
In questo contesto si è inserito l’intervento di Riccardo Mazzucchelli, segretario della Convenzione internazionale per la protezione fitosanitaria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha presentato l’Anno internazionale della salute delle piante istituito dalla Fao per il 2020 (www.fao.org/plant-health-2020).
«L’80% della produzione alimentare del pianeta – ha sottolineato Mazzucchelli – è di origine vegetale e ogni anno si stima che il 40% venga perso a causa dei parassiti delle piante. Da qui nasce la volontà di istituire l’Anno internazionale della salute delle piante, un’iniziativa che punta a portare i temi fitosanitari al centro delle Agende dei diversi Paesi».
Nel corso del 2020 si susseguiranno numerosi eventi, sia a livello globale che locale, durante i quali verrà evidenziato il ruolo strategico della difesa fitosanitaria al fine di raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, quali la lotta alla povertà, alla fame e ai cambiamenti climatici, l’adozione di modelli sostenibili di produzione e di consumo, la promozione di una crescita economica duratura e sostenibile, ecc.
L’impegno della Fao nel contrastare i parassiti delle piante si concretizza anche con strategie di supporto tecnico, come sottolineato da Thaer Yaseen, sempre in rappresentanza della Fao. Problematiche fitosanitarie quali Xylella fastidiosa, Rhyncophorus ferrugineus (punteruolo rosso delle palme), Spodoptera frugiperda sono solo alcuni degli esempi per i quali la Fao ha promosso specifiche strategie di gestione per limitarne la potenziale pericolosità.
Sulla problematica xylella è intervenuto anche Pierferdinando La Notte dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari. «Per combattere questa problematica che sta flagellando l’olivicoltura pugliese – ha sottolineato La Notte – è necessario passare da azioni individuali ad azioni collettive che oltre alle buone pratiche agricole devono prevedere specifiche misure fitosanitarie. Solo in questo modo sarà possibile arrestare o rallentare l’avanzata dell’epidemia verso le aree ancora indenni e allo stesso tempo si potranno trovare sistemi “economicamente sostenibili” per la convivenza dell’olivicoltura nella zona infetta».
Il ruolo strategico dei prodotti fitosanitari
È toccato ad Alberto Ancora, presidente di Agrofarma, spiegare invece il ruolo dei prodotti fitosanitari in un’ottica di agricoltura sostenibile ed evidenziare i paradossi che ormai in modo «cronico» affliggono il settore.
«Il settore agrofarmaceutico – ha spiegato Ancora – si trova ad affrontare in questo momento una serie di sfide dettate soprattutto dall’imprevedibilità del quadro normativo e dalle crescenti influenze ideologiche. In questo contesto si sono creati una serie di paradossi dove da un lato abbiamo la riduzione del numero di molecole disponibili e delle registrazioni e dall’altro l’aumento delle specie aliene (ad esempio la cimice asiatica) e dei disciplinari. Contemporaneamente si è sensibilmente ridotta la presenza di residui nei prodotti del made in Italy (valori più bassi a livello europeo), a cui però si contrappone una crescente paura verso i pesticidi da parte dei cittadini. In questo contesto diventa ancora più importante promuovere dibattiti basati sulla scienza definendo obiettivi condivisi con i diversi attori della filiera».
Per evidenziare le possibili conseguenze derivanti dal mancato utilizzo dei prodotti fitosanitari Ancora ha poi presentato alcuni dati tratti dal rapporto realizzato dallo spin off dell’Università Cattolica VSafe: lo scenario senza agrofarmaci porterebbe per alcune colture una perdita quasi totale della produzione mettendo a rischio la competitività delle aziende agricole.
Aggiornamento sulle specie aliene
Dopo la seconda sessione dedicata alla presentazione delle novità per la campagna da parte delle società agrofarmaceutiche, l’ultima sessione ha riguardato i parassiti di recente introduzione che, anche per effetto della riduzione dei mezzi di difesa disponibili,stanno creando problemi in diversi areali.
Matilde Tessitori, del Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università degli studi di Catania, ha focalizzato l’attenzione sul ToBRFV, virosi del pomodoro e peperone capace di superare la resistenza indotta ai tobamovirus, contro la quale è fondamentale l’impiego di sementi virus-esenti.
Luca Casoli del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena ha affrontato l’emergenza cimice asiatica, insetto che nel corso del 2019 ha fortemente compromesso la produzione di diverse colture frutticole, in primis, e verso il quale è necessario un approccio multidisciplinare.
È toccato poi ad Antonio Guario, consigliere Arptra e a Francesco Porcelli, del Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari, affrontare i possibili scenari di controllo dell’aleurodide degli agrumi Aleurocanthus spiniferus.
Infine, Donato Boscia, dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante-Cnr Bari, è tornato sulla tematica xylella analizzando in particolare i risultati di resistenza-tolleranza di numerose cultivar di olivo.
Giannantonio Armentano