Il diserbo preventivo del mais permette, in un’ottica di ottimizzazione di tutte le pratiche di lotta, di differenziare i meccanismi di azione, sebbene in questa coltura siano ancora numerosi e in grado di contrastare l’insorgenza di popolazioni resistenti, nonché di contenere quelle selezionate in altre colture, come ad esempio le amarantacee su soia.
Per approntare una corretta strategia di difesa è comunque fondamentale riconoscere le diverse infestanti presenti nell’areale di coltivazione.
La flora infestante
Le semine più anticipate evidenziano la flora infestante a ciclo biennale come numerose composite, tra cui i cardi selvatici, in particolare se non vengono ben gestiti i letti di semina.
Inoltre si possono trovare con maggior frequenza le poligonacee Polygonum aviculare e Fallopia convolvulus, le chenopodiacee Atriplex spp. e Chenopodium album, C. opulifolium, C. ficifolium e C. polyspermum, le ombrellifere Ammi majus (soprattutto lungo i litorali adriatico e tirrenico), ma anche le graminacee Lolium multiflorum, Alopecurus myosuroides, Poa spp. e Avena sterilis, nonché altre specie a foglia larga come Veronica spp., Fumaria officinalis, Papaver rhoeas, Stellaria media e Anagallis arvensis, che normalmente si ritrovano nelle colture a ciclo autunno-primaverile come i cereali a paglia.
Nelle semine più ritardate, come in quelle intercalari, si ritrovano maggiormente le macroterme amarantacee (Amaranthus retroflexus, A. hibrydus, A. tubercolatus e A. palmeri), Solanum nigrum, Abutilon theophrasti e le numerose ruderali di sostituzione, come Xanthium strumarium, Bidens spp., Acalypha virginica, Galinsoga ciliata (maggiormente presenti in Lombardia, ma anche in Veneto e Friuli Venezia Giulia), Datura stramonium, ecc.
Nei terreni più sciolti delle golene del fiume Po si ritrova talvolta abbondante Sicyos angulatus, nonché Portulaca oleracea e Cyperus esculentus. Queste ultime sono frequenti in tutte le aree caratterizzate da terreni sciolti, ben irrigati o con falda superficiale, dove in particolare la ciperacea costituisce spesso un problema di difficile soluzione.
Altre perennanti diffuse nelle colture maidicole sono Rumex spp., Convolvulus arvensis, Cirsium arvense, Humulus lupulus (nei bordi dei campi), Equisetum spp. e Sorghum halepense.
Le altre graminacee annuali più diffuse nel mais, compreso quello di secondo raccolto, sono Echinochloa crus-galli, Digitaria sanguinalis, Setaria spp., Panicum spp., e anche Sorghum halepense nato da seme.
Le popolazioni ALS-resistenti accertate su mais sono le amarantacee (Amaranthus hybridus, A. retroflexus, A. tubercolatus, A. palmeri), in particolare nell’areale coltivato a soia di Friuli, Veneto ed Emilia-Romagna. Digitaria sanguinalis ed Echinochloa crus-galli (questa più resistente agli ACCasi inibitori nelle colture a foglia larga) si ritrovano con maggior frequenza nei terreni torbosi dell’ampia area deltizia del fiume Po, ma anche in alcune aree del Piemonte.
Sorghum halepense (resistente ai graminicidi specifici ACCasi inibitori) è sempre più diffusa a causa di un crescente grado di difficoltà di eliminazione, acquisito probabilmente da una minore sensibilità nei confronti dei pochi erbicidi ALS-inibitori disponibili unicamente in post-emergenza per il contenimento delle forme perennanti (a differenza dei residuali antigerminello che possono agire nei confronti delle plantule nate da seme).
Tratto dall’articolo pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 6/2022
Gestire le malerbe del mais con il diserbo preventivo
di M. Fabbri, G. Campagna
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