La flora infestante risulta maggiormente tollerata nei vigneti e nei frutteti rispetto alle coltivazioni erbacee, ma nonostante ciò richiede di essere opportunamente gestita. Nelle interfile si ricorre in genere alle trinciature, che favoriscono lo sviluppo di specie meno dannose o talvolta utili non solo per ridurre gli effetti erosivi o facilitare il transito dei mezzi, ma anche per migliorare lo stato nutrizionale, ricorrendo talvolta nei giovani impianti alla semina di appositi miscugli.
Sulle file invece, dove maggiore risulta la competizione idrico-nutrizionale e il ricorso ai mezzi meccanici è più difficile (sia per le escoriazioni che si possono causare, ma anche per la presenza di suoli sassosi), la pratica del diserbo chimico diventa necessaria e preferibile rispetto agli altri mezzi di lotta.
La flora infestante può essere tollerata sulle file nel periodo autunno-invernale, ma risulta dannosa nel corso della primavera e dell’estate, in particolare per le specie che sviluppano in altezza, le quali creano ostacolo alle operazioni colturali oltre che a competere con le colture.
Le specie più sgradite risultano quelle spinescenti, come rovi, cardi selvatici, Cirsium arvense e C. vulgare, nonché altre composite come Lactuca serriola, Sonchus asper, ecc., o urticanti come l’ortica. Altre infestanti indesiderate sono quelle che creano problematiche in fase di disseminazione, come Torilis arvensis, Galium aparine, Bidens tripartita, Bromus spp., ecc., particolarmente fastidiose per gli operatori a causa dei semi che oltre ad attaccarsi agli indumenti, pungono e irritano la pelle.
L’impiego ripetuto e prolungato degli stessi erbicidi, inoltre, ha favorito la selezione di una flora infestante cosiddetta di sostituzione, in particolare di alcune composite (Senecio vulgaris, Lactuca serriola, Erigeron/Conyza spp., ecc.), Geranium spp., Convolvulus arvensis, Malva spp., Equisetum spp., Epilobium spp., ecc. Infine si segnalano popolazioni di malerbe resistenti che si stanno progressivamente estendendo in molti areali italiani anche nelle colture arboree, tra cui in particolare Lolium spp. ed Erigeron/Conyza spp.
Congiuntamente alla gestione delle malerbe, nel periodo primaverile si rende necessaria la spollonatura, che può essere effettuata mediante gli erbicidi a duplice azione: la mancata eliminazione di questi nel periodo vegetativo, rende più onerose e costose le operazioni di potatura invernale, oltre a favorire una maggiore competizione per le risorse energetiche ai danni della produzione e l’insorgenza di malattie rappresentando i polloni rifugio di insetti dannosi e vettori di patologie.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 40/2019
La revisione delle strategie di diserbo in vigneto e frutteto
di M. Fabbri e G. Campagna
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale