La competitività del mais e la differenziata disponibilità di meccanismi d’azione erbicidi facilita il contenimento delle malerbe, comprese le popolazioni resistenti di amaranto e giavone nei confronti degli erbicidi che agiscono mediante l’inibizione dell’enzima ALS. Il mais tra le colture estive è quella che in rotazione permette di mettere in atto le migliori strategie antiresistenza, da integrare con quelle agronomiche e meccaniche.
Particolare attenzione deve essere rivolta per contrastare la diffusione delle infestazioni di Sorghum halepense in tutta l’area padana, che manifestano una crescente riduzione della sensibilità nei confronti degli erbicidi, con l’insorgenza di popolazioni resistenti. Nelle semine anticipate è necessario impostare un’ottimale preparazione del terreno allo scopo di contrastare queste popolazioni a ciclo autunno-primaverile, tra cui Lolium spp., Alopecurus myosuroides e la più rustica e invadente Avena sterilis, nonché Papaver rhoeas e Sinapis arvensis.
La tecnica della falsa semina e le applicazioni di glifosate permettono di svolgere una buona azione devitalizzante, purché le malerbe resistenti non vengano seppellite da una precedente lavorazione (è consigliabile evitare le applicazioni in pre-emergenza). La valorizzazione del ruolo delle sarchia-rincalzature è importante su mais, sia per la distanza tra le file sia per lo sviluppo in altezza di questa coltura, in particolare nei terreni torbosi dove gli erbicidi residuali subiscono una riduzione del grado d’azione.
La gestione delle numerose popolazioni resistenti di Amaranthus spp. (A. retroflexus, A. hybridus, A. palmeri e A. tubercolatus), resistenti a solfoniluree e imidazolinoni selezionate in particolare nelle coltivazioni di soia, è possibile con l’applicazione delle più complesse miscele a base di terbutilazina.
Quelle di Echinochloa crus-galli si possono gestire invece mediante le applicazioni delle dosi più elevate dei graminicidi residuali (S-metolaclor, dimetenamide-p, petoxamide, flufenacet), attivi anche nei confronti delle amarantacee. Determinante risulta ai fini di contrastare l’insorgenza e la diffusione delle popolazioni resistenti di Sorghum halepense agli ALS inibitori come le solfoniluree graminicide (Gruppo HRAC B), il contenimento delle plantule nate da seme, prima della differenziazione dei rizomi (fase di prime foglie). Questo è possibile tramite l’impiego dei più attivi graminicidi residuali, ma anche mediante la miscela di tiencarbazone + isossaflutolo, utile anche per condizionare le piante nate da rizoma.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 6/2021
Diserbo preventivo del mais per una gestione semplificata
di M. Fabbri, G. Campagna
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