«In medio virtus stat». Ad aver intuito che «la verità sta nel mezzo» è stato il Consorzio per la difesa delle attività agricole di Treviso che, in tempi nei quali il dibattito sulla fattibilità del biologico e sulla mancata sostenibilità del metodo tradizionale è particolarmente acceso, ha sviluppato un progetto a sostegno di una terza ipotesi di coltivazione, la difesa integrata, che limita l’utilizzo dei fitofarmaci garantendo allo stesso tempo la produttività delle colture.
L’attività sperimentale, iniziata nel 2017 su un campione di 15 aziende, ha consentito a Condifesa Treviso di introdurre uno strumento in grado di accompagnare, guidare e indirizzare gli agricoltori nelle scelte decisionali che riguardano i trattamenti sulla vite: BoDi. Acronimo di Bollettino fi tosanitario digitale, BoDi è una semplice applicazione basata su un complesso algoritmo che intreccia tre tipologie di dati: fenologici, meteorologici e patogeni. Tradotto nella pratica: l’app, comodamente scaricabile su dispositivi Android e iOS, consente al viticoltore di localizzare il proprio terreno su una mappa virtuale, ricevendo indicazioni ad hoc sull’opzione fitosanitaria più sostenibile per l’ambiente e per l’economicità della propria azienda, con dati aggiornati a ogni ora.
Come funziona BoDi
La forza del sistema BoDi è rappresentata dalla capacità del software di aggregare grandi quantità di dati e di trasferirli rapidamente mediante un’interfaccia «a semaforo» che ne agevola la fruizione: a segnale verde l’agricoltore può stare tranquillo in quanto il vigneto è immune dai rischi; quando il semaforo diventa giallo il livello di attenzione si alza; mentre quando appare il bollino rosso scatta l’allarme fitosanitario. Il database di Bo-Di consente inoltre di scegliere la tipologia di trattamento da una lista di prodotti ufficialmente ammessi e consentiti dalla legge.
Questo costituisce un elemento di ulteriore controllo da parte dell’operatore agricolo, che ha modo di verificare l’effettiva legittimità e autorizzazione dei fitofarmaci in commercio. «Gli agricoltori – ha ricordato il presidente di Condifesa Treviso Valerio Nadal – sono i primi a ricercare metodi innovativi che consentano loro di operare in modo sostenibile, come forma di tutela dell’ambiente nel quale loro stessi vivono e per motivi di ordine economico legati agli alti costi aziendali dei trattamenti». «Parallelamente – ha concluso il direttore di Condifesa Treviso Filippo Codato – abbiamo puntato ad affiancare a BoDi un fondo mutualistico a integrazione del reddito, che intervenga qualora vi siano perdite quali-quantitative di produzione dovute all’applicazione della difesa integrata in vigneto».
Ilenia Cescon