La riduzione di molecole erbicide nel diserbo tradizionale della bietola, accanto alle problematiche climatiche che rendono talvolta più difficile la gestione delle malerbe, tra cui le più diffuse specie di sostituzione e le popolazioni resistenti, richiedono la messa a punto delle migliori strategie integrate, in un’ottica di rotazione con le altre coltivazioni.
Le revoche di S-metolaclor e triflusulfuron-metile comportano la necessità di introdurre altre sostanze attive per rendere sostenibile la gestione delle malerbe. Da qui le richieste di uso eccezionale di dimetenamide per migliorare il contenimento di graminacee macroterme (Echinochloa, Digitaria, Setaria, ecc.) e amarantacee, disponibile in altri Paesi europei in miscela con quinmerac che permette di estendere l’azione dicotiledonicida, ma anche di Rinskor active per le malerbe che controllava la solfonilurea revocata.
Questo è necessario per il contenimento di Abutilon theophrasti e Ammi majus nel diserbo convenzionale, ma anche per differenziare i meccanismi d’azione della tecnologia Conviso (disponibile con le varietà Smart da sottoporre al diserbo con la miscela di tiencarbazone + foramsulfuron, entrambe principi attivi ALS-inibitori), allo scopo di gestire, oltre che prevenire, le resistenze.
Il concetto della differenziazione dei meccanismi d’azione va impostato su tutte le colture in avvicendamento e non solo su bietola, allo scopo di ridurre la pressione di selezione esercitata in particolare nei confronti delle popolazioni ALS-resistenti, ma anche ACCasi.
Pur essendo al momento emergenti, queste problematiche sono destinate ad aumentare e pertanto richiedono l’impostazione di un’ottimale integrazione di tutte le pratiche di lotta, a partire dagli interventi meccanici di sarchiatura con le moderne sarchiatrici messe a punto nei percorsi di coltivazione biologica, ma anche di sarchia-rincalzatura per migliorare il contenimento delle malerbe oltre che di difesa estiva da elevate temperature.
La preventiva preparazione dei terreni, possibilmente con una periodica aratura (ogni 4-5 anni), migliora le condizioni di sviluppo e riduce il potenziale di infestazione, utile per tutte le colture in rotazione, tra cui in particolare per le specie che nascono in superficie come le composite, ma anche di quelle caratterizzate da scarsa longevità (inferiore a 4-5 anni) come le graminacee, con importanza maggiore per le popolazioni ALS e ACCasi-resistenti.
Di indubbia utilità la pratica della falsa semina e l’adozione delle applicazioni del sistemico glifosate, che consente di ottimizzare la gestione di numerose malerbe a germinazione anticipata (Polygonum aviculare e Fallopia convolvulus), ma anche quelle a germinazione scalare come Veronica spp., Anagallis arvensis, Galium aparine, Stachys annua, crucifere, ecc.). A maggior ragione questo è necessario per il contenimento delle popolazioni resistenti di Lolium e Avena (ALS e ACCasi), nonché delle specie a foglia larga Papaver e Sinapis (ALS).
L’impiego dei residuali metamitron, etofumesate, clomazone e triallate, risulta ormai insufficiente per contenere in via preventiva tutte le specie annuali, anche se coadiuvati dalle migliori applicazioni fogliari. I residuali possono contenere le specie più sensibili, ma alle dosi correnti di utilizzo il loro prevalente scopo è quello di precondizionare lo sviluppo e rendere più sensibili le malerbe alle più complesse miscele di post-emergenza (fenmedifam, etofumesate e metamitron) applicate mediante l’ormai consolidata pratica delle dosi molto ridotte (DMR), oltre che a eventuali interventi integrativi di clopiralid e graminicidi specifici.
Tra gli erbicidi fogliari di contatto fenmedifam rimane l’unico che viene valorizzato in miscela con etofumesate per l’azione di dissolvimento che avviene a livello delle cere epicuticolari, congiuntamente alla secondaria azione fogliare di metamitron.
Qualora venga utilizzata la più innovativa tecnologia di diserbo con le varietà Conviso Smart, occorre porre particolare attenzione nei confronti della rimozione delle piante pre-fiorite allo scopo di evitare la disseminazione dei semi che possono generare plantule selvatiche ALS-resistenti, come può succedere qualora in rotazione vengano poste varietà di colza e girasole ALS-resistenti.
Inoltre per contrastare la presenza di popolazioni di malerbe ALS-resistenti, come le più diffuse amarantacee, nonché graminacee, è necessario mettere a punto strategie che prevedano l’adozione di erbicidi caratterizzati da differenti meccanismi d’azione sulla coltura Smart, ma anche in tutte quelle poste in successione.
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 42/2024
Come gestire in modo integrato le infestanti della bietola
di G.Campagna, M.Fabbri
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