Attenzione ai danni da ozono su cocomero al Centro-Sud

danni da ozono su cocomero

In diverse coltivazioni di cocomero, dislocate nel Centro e Sud Italia, sono stati rilevati a inizio-metà luglio sintomi che, a prima vista, facevano pensare a carenze nutrizionali.

I sintomi su cocomero si palesavano inizialmente come deboli macchie internervali di colorazione «ramata», maggiormente evidenti sulla porzione adassiale della foglia, mentre in quella abassiale non si apprezzavano particolari manifestazioni sintomatologiche; le macchie, alla luce solare, assumevano una tipica brillantezza metallica. Con il passare del tempo le maculature si intensificavano e occupavano tutta la superficie della foglia, evolvendo in necrosi e/o in formazioni «crostose » bianco-argentee. Altri sintomi includevano punteggiature («stippling»), screpolature, bronzature, arrossamenti, clorosi e ingiallimenti diffusi. Le foglie, al tatto, apparivano vitree e fragili. La sintomatologia era dapprima evidente sulle foglie più vecchie della corona («center of the crown dieback»), per progredire, gradualmente, verso quelle esterne e più giovani. L’ingiallimento delle prime foglie era abbastanza caratteristico, tale da conferire ai campi un motivo cromatico caratteristico di alternanza di bande verdi e gialle.

La diffusione della sintomatologia in campo (totale e uniforme) e lo studio particolareggiato delle caratteristiche dei terreni, dei piani di concimazione e delle analisi fogliari nelle aziende interessate hanno però permesso di escludere l’ipotesi di carenza nutrizionale facendo propendere, invece, per fenomeni di fitotossicità da ozono prodotti a seguito delle particolari condizioni climatiche (elevatissime temperature e luminosità) che hanno caratterizzato il periodo temporale di inizio-metà mese di luglio.

Il cocomero è più suscettibile di altre cucurbitacee ai danni dell’ozono, che si manifestano maggiormente quando i frutti sono in maturazione (metà-fine luglio) o quando le piante sono sotto stress. Le cultivar seedles («senza semi») tendono a essere più resistenti alle lesioni da inquinanti atmosferici rispetto alle varietà con i semi, quindi le lesioni, spesso, compaiono prima sulle piante impollinatrici. Man mano che l’esposizione all’inquinante continua le macchie possono fondersi formando aree danneggiate sempre più grandi. A causa del collasso dei tessuti indotto dall’ozono  le foglie sono soggette a infezioni da parte di agenti patogeni come l’alternaria o a senescenza precoce.

Il declino dell’apparato fogliare può portare a tipiche «scottature» dei frutti che non risultano più coperti dall’apparato fogliare.

 

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 26/2024
Segnalata fitotossicità da ozono su cocomero al Centro-Sud Italia
di S. Pachioli
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