Il ricorso agli usi emergenziali in molti casi rappresenta l’unica strada percorribile in grado di fornire soluzioni efficaci e in tempi rapidi per la protezione di numerose colture tipiche del made in Italy ma anche per contrastare le emergenze fitosanitarie che sempre più frequentemente si manifestano a seguito della globalizzazione e dei cambiamenti climatici. Una strada «permessa» dal regolamento 1107/2009 ma che espone il nostro Paese alle critiche della Commissione europea e soprattutto delle organizzazioni ambientaliste.
Tale criticità sarebbe in parte attenuata se venisse approvata “l’estensione per usi minori” possibilità offerta dall’articolo 51 dello stesso regolamento 1107 ma non ancora approvata nel nostro Paese (il precedente documento risale al 1999 e risulta incompatibile con l’attuale situazione colturale e fitosanitaria).
Il documento (probabilmente un decreto) conterrà infatti le linee guida per l’estensione sulle colture minori (definite sulla base di superficie, produzione e consumo annuo) di un prodotto fitosanitario già autorizzato nello Stato Membro facilitando l’iter autorizzativo su diverse colture in quanto prevede un minor numero di prove residui.
L’introduzione di questo documento limiterà il ricorso all’uso emergenziale per le colture minori, uno strumento che avrà invece un ruolo fondamentale per contrastare parassiti alieni o emergenti.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2023
«Decreto usi minori», urge l’approvazione
di G. Armentano
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