Il Ministero dell’interno ha dato parere negativo sulla proposta di referendum del Comune di Conegliano, in provincia di Treviso, che intendeva mettere al bando gli agrofarmaci «chimici».
Secondo il Ministero «il regolamento limita la possibilità di richiedere l’indizione di referendum alle sole materie di competenza comunale. Nel caso in esame, invece, il quesito referendario è volto a introdurre nella regolamentazione comunale un divieto assoluto nell’intero territorio comunale di impiego di prodotti chimici, ivi compresi quelli il cui uso è autorizzato sulla base di disposizioni di legge, in una materia che non rientra nella competenza comunale, essendo disciplinata da disposizioni normative comunitarie e da leggi statali o anche regionali per le rispettive competenze».
In sostanza, un Comune non può vietare prodotti ammessi dalle normative nazionali ed europee.
Negli anni scorsi un simile referendum si era tenuto a Malles, in provincia di Bolzano, ma era stato successivamente dichiarato nullo dal Tar.
Per capire la portata del provvedimento che il Comune di Conegliano intendeva adottare riportiamo il quesito che sarebbe stato posto ai cittadini.
«Sei favorevole alla introduzione della seguente disposizione nel regolamento intercomunale di Polizia rurale del Comune di Conegliano? Il Comune di Conegliano promuove nel territorio comunale l’uso di prodotti biodegradabili ammessi nelle pratiche dell’agricoltura biologica e/o biodinamica, si impegna a indicare le misure di detto uso e vieta l’utilizzo di sostanze tossiche, di prodotti sintetici e di diserbanti chimici dannosi per la salute e per l’ambiente e comunque di tutti i fitofarmaci chimici di sintesi all’interno dei confini comunali».