Cimice asiatica, effetto deterrente di caolino e zeoliti

La cimice asiatica Halyomorpha halys  è diventata una delle avversità chiave dei frutteti italiani a causa delle caratteristiche biologiche ed etologiche di questa specie esotica, rinvenuta da circa un decennio nei contesti produttivi dell’Emilia-Romagna. H. halys è infatti caratterizzata da: elevata polifagia, grande mobilità,  estrema adattabilità ai diversi contesti produttivi, buona prolificità, discreta longevità e limitato effetto residuale delle sostanze attive insetticide disponibili. La combinazione di questi fattori rende H. halys una vera e propria emergenza fitosanitaria, difficile da monitorare e da gestire.

Contro H. halys è necessario un approccio di difesa integrata, dove diversi mezzi tecnici sono utilizzati in modo complementare al fine di contenere l’infestazione e il danno.

Impiego dei corroboranti

Nella difesa fitosanitaria è necessario utilizzare esclusivamente prodotti registrati per tale impiego, secondo le indicazioni riportate in etichetta. Tuttavia, alcuni composti non registrati come prodotti fitosanitari possono, in determinate circostanze, avere un effetto collaterale nei confronti della cimice asiatica. Questi prodotti sono da intendersi per un uso in abbinamento e non alternativo agli insetticidi.

Tra i prodotti a disposizione si riporta l’insieme dei geomateriali, cioè polveri di roccia come caolini e zeoliti, facenti parte del gruppo dei corroboranti. Con il loro effetto deterrente possono contribuire a ridurre significativamente il danno da cimice asiatica quando applicati ripetutamente durante il periodo primaverile-estivo (risultati interessanti sono stati ottenuti in particolare per il pero).

Caolino

Il caolino a causa della sua forma cristallina aderisce meglio alla superficie della foglia o del frutto, e determina un migliore effetto deterrente nei confronti dell’insetto, ma ha un effetto di imbrattamento della pianta più marcato che può risultare difficile da eliminare dai frutti. L’imbrattamento della vegetazione e dei frutti (necessario per disincentivare le cimici all’attività trofica nel frutteto trattato con questi geomateriali) può infatti creare problemi in fase di commercializzazione (in particolare se destinati al consumo fresco); pertanto è bene sospenderne l’impiego almeno 2 mesi prima della raccolta.

Zeoliti

Le zeoliti hanno mostrato una tendenza nel ridurre il danno da cimice minore rispetto ai caolini, anche in relazione alla minore quantità di impiego che è indicata nelle etichette dei prodotti in commercio. Per la loro differente forma cristallina tendono a distribuirsi diversamente sulla foglia o sul frutto e producono un minore effetto di imbrattamento, più facilmente eliminabile. Per la frutta da banco si è verificato infatti che la strategia migliore sia l’esecuzione di alcuni trattamenti iniziali con caolino (applicandoli da caduta petali fino a frutto noce con cadenza ogni 10-14 giorni), riservando le zeoliti a interventi ripetuti negli ultimi 60 giorni prima della raccolta (ogni 10-14 giorni). I dosaggi e le tempistiche di intervento dipendono comunque dalla coltura, dalla fase fenologica e dall’andamento meteorologico, in particolare considerando le piogge che possono avere un effetto dilavante che può agire in maniera differenziata sulle due tipologie di trattamento.

 

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 27/2023
Solo un approccio integrato è vincente sulla cimice asiatica
di M. Preti, et al.
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