Lo scorso 3 novembre Agrofarma (Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica) ha festeggiato il suo 35° anniversario. E lo ha fatto con un evento dedicato ai suoi associati e alla stampa di settore per ripercorrere le principali tappe della sua storia con uno sguardo alle sfide che l’Associazione si trova ad affrontare in un momento di grandi cambiamenti dettati dalla situazione economica globale e, soprattutto, da un quadro normativo in evoluzione.
L’evento tenutosi a Milano è stato organizzato con due differenti tavole rotonde: la prima ha ripercorso attraverso le testimonianze dei past president la storia e le sfide che l’Associazione si è trovata ad affrontare nel corso della sua storia; la seconda invece ha posto al centro dell’attenzione il futuro del comparto agroalimentare italiano con la partecipazione sia del settore produttivo sia di quello dell’industri agrofarmaceutica italiana ed europea.
Per ripercorre la storia di Agrofarma sono state scelte 4 parole chiave raccontate dai 4 past predident Giorgio Basile, Luigi Radaelli, Andrea Barella e Alberto Ancora: agrofarmaco, api, Expo 2015 e resilienza.
Agrofarmaco − ha raccontato Basile − rappresenta il termine scelto da Agrofarma per dare una connotazione positiva e per cercare di sostituire un termine, pesticida, che evoca la peste manzoniana.
La seconda parola chiave scelta è stata api, un termine che, come spiegato da Radaelli, ha accompagnato l’Associazione dal 2005. Una battaglia in articolarecontro i neonicotinoidi e che di fatto è diventata una «bandiera» contro l’industria. Questa battaglia, che ha introdotto l’alibi del principio di precauzione, ha insegnato all’Associazione il confronto con l’opinione pubblica specialmente con alcune lobby ambientaliste, la necessità di conoscere più a fondo i prodotti e in particolar la classe chimica dei neonicotinoidi e la capacità di collaborare nonostante il tema interessasse solamente tre aziende (Basf, Bayer e Syngenta).
Expo 2015 e la questione di come nutrire il Pianeta sono state l’occasione per approcciare un nuovo modo di comunicazione, dopo anni di grandi battaglie. Con l’occasione − ha raccontato Barella − si è cercato di approcciare un pubblico ampio, scegliendo una strada rischiosa ma immediata, quella della rappresentazione teatrale che contrapponeva due differenti idee. Una rappresentazione, tra l’altro, che è stata chiamata ad aprire la stessa Expo 2015.
La quarta e ultima parola scelta per raccontare la storia di Agrofarma è stata resilienza. Negli ultimi 5 anni − ha spiegato Ancora − è successo ciò che di solito accade in un secolo (pandemia, guerra in Ucraina e processo regolatorio impattante) costringendoci a affrontare nuove sfide e nuove modalità di comunicazione basate su dati scientifici.
Tutto ciò ha permesso di riposizionare il settore grazie anche a una rinnovata attenzione al cibo. Nel corso della seconda tavola rotonda, invece, sono intervenuti Olivier De Matos direttore di Croplife Europe, Veronica Barbati delegata nazionale dei giovani agricoltori di Coldiretti e Francesco Mastrandrea presidente dell’Associazione nazionale dei giovani imprenditori agricoli di Confagricoltura. Al centro del dibattito il ruolo dell’agricoltura italiana in un contesto in evoluzione dove le aziende si devono confrontare con consumatori sempre più esigenti e legislatori sempre più rigorosi sul fronte della sostenibilità.