Le sfide della viticoltura moderna e più in generale dell’agricoltura sono molteplici: dalla lotta ai cambiamenti climatici all’introduzione di normative sempre più stringenti, senza però perdere di vista la qualità finale della produzione.
Partendo da questi concetti UPL ha organizzato lo scorso 15 marzo l’incontro-dibattito «Viticoltura armonizzata tra strategia, tecnologia e innovazione. Sfide ed opportunità nella gestione del vigneto» un momento di confronto tra i diversi attori della filiera per delineare il ruolo delle scelte imprenditoriali, della tecnologia e dell’innovazione nell’affrontare tali sfide e creare nuove opportunità.
PAN, tra vecchie sfide e nuove opportunità
Sicuramente uno degli elementi che sta influenzando maggiormente le scelte imprenditoriali nel settore della difesa fitosanitaria è rapprentato dal Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari di cui è in corso il processo di revisione.
«A inizio marzo – ha spiegato Pasquale Falzarano della D.G. Sviluppo Rurale, Ufficio DISR III del Mipaaf – si è svolto l’audit della Commissione Europea per verificare lo stato di attuazione della normativa ma anche per dare raccomandazioni. Nonostante le carenze organizzative il giudizio è stato complessivamente positivo. Tra le criticità segnalate il ritardo del controllo funzionale delle macchine irroratrici, la mancanza di obiettivi quantitativi e la presenza di residui nelle acque superficiali e profonde. Di contro interessanti sono i dati relativi alle vendite di prodotti fitosanitari diminuite in maniera superiore rispetto ad altri Paesi europei nel periodo 2011-2018 (–20% rispetto al +30% della Francia).
Relativamente al nuovo Piano ha ricordato Falzarano «l’obiettivo è di non aumentare i vincoli per le aziende agricole ma lavorare per accompagnare il sistema agricolo in un processo di rinnovamento e di razionalizzazione dell’uso dei prodotti fitosanitari. La coincidenza tra revisione del Piano e la programmazione della Pac post-2020 rappresenta un’opportunità in tal senso e potrà favorire l’introduzione delle nuove tecnologie, agricoltura di precisione in primis».
Agronomia al centro della produzione integrata
Per quanto riguarda invece i cambiamenti climatici, il manifestarsi di situazioni estreme sta creando non poche difficoltà sia dal punto di vista agronomico, sia nella gestione delle avversità, anche di nuova introduzione.
«In questa fase – ha spiegato Luca Casoli, direttore dei Consorzi fitosanitari provinciali di Modena e Reggio Emilia – è fondamentale accompagnare le aziende in un percorso che permetta di superare le continue criticità e allo stesso tempo migliorare la coesistenza con il territorio».
Casoli ha fatto poi alcuni esempi concreti di attività svolte dai Consorzi sul territorio tra cui la lotta contro le nuove emergenze fitosanitarie o le attività di ricerca per adeguare e ottimizzare i dosaggi di miscela fitosanitaria in funzione dei parametri biometrici della vegetazione
Il ruolo centrale dell’agronomia anche per superare le sfide imposte dai cambiamenti climatici è stato sottolineato da Riccardo Castaldi, responsabile agronomico Le Romagnole. «Sino a oggi – ha spiegato Castaldi – ci siamo sempre concentrati sulla difesa chimica. Oggi più che mai l’integrazione dei mezzi tecnici deve partire dal momento in cui viene progettato un vigneto. Le piante devo essere in equilibrio vegeto-produttivo, solo così è possibile evitare condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo dei microrganismi».
Anche Marco Pallanti, direttore tecnico Castello Di Ama, ha sottolineato l’importanza delle pratiche agronomiche anche in un’ottica sostenibile. «La nostra sostenibilità a 360° è iniziata quarant’anni fa con la gestione del vigneto, perché se si arriva con uva sana in cantina l’enologo non avrà difficoltà.
Siamo partiti con l’impianto dei vigneti, scegliendo particolari sistemi di allevamento, come ad esempio a lyra aperta, senza dimenticare gli aspetti pedologici e microclimatici. Inoltre abbiamo suddiviso l’azienda in microparcelle che lavoriamo in modo differente perché non esiste una formula univoca». Un esempio questo di viticoltura sito-specifica alla base della precision farming.
UPL, soluzioni mirate per la viticoltura
In un contesto in evoluzione anche il settore agrochimico deve saper ascoltare per offrire soluzioni in grado di dare risposte concrete al viticoltore. «Per UPL – ha spiegato Paolo Tassani country manager UPL – la ricerca e la collaborazione con tutti gli attori della filiera sono da sempre servite come stimolo per la messa a punto delle soluzioni, che oggi con l’acquisizione di Arysta Life Science comprendono agrofarmaci, nutrizionali, biostimolanti e induttori di resistenza (elicitori), ultima generazione di prodotti che si sta affermando oggi.
Parlare oggi di viticoltura armonizzata significa trovare un equilibrio tra le diverse soluzioni, indipendentemente dal tipo, per arrivare alla vera agricoltura integrata».