In un panorama scosso da un punto di vista normativo dalla nuova proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e dalla pronuncia della Corte di giustizia UE sull’uso in deroga dei neonicotinoidi, l’azienda americana Vestaron sbarca in Europa proponendo una nuova classe di insetticidi a base di peptidi. «Sono solo piccole proteine – ha spiega a L’Informatore Agrario Anna Rath, presidente della società che l’anno scorso ha fatto domanda per la commercializzazione in Europa di uno dei suoi agrofarmaci biologici, lo Spear – in commercio ormai da tre anni negli Stati Uniti dove abbiamo iniziato con le colture ortofrutticole e quest’anno anche soia, cotone e riso; il prodotto è stato usato su circa mezzo milione di acri in totale e ha dimostrato di poter sostituire le molecola sintetica» in un regime di rotazione con altri prodotti.
«Ha la stessa durata di efficacia sul campo dei prodotti fitosanitari – ha sottolineato Rath – non presenta resistenza perché è nuovo meccanismo d’azione e negli Usa implica un intervallo di sole quattro ore prima del rientro in campo con un intervallo pre-raccolta di zero giorni in modo da poter irrorare e raccogliere lo stesso giorno. Siamo esentati dalle normative sui residui. E puoi trattare anche quando i tuoi impollinatori sono sul campo. Inoltre, abbiamo visto in alcune delle nostre prove che si sostituisce un insetticida di sintesi chimica con il nostro prodotto a volte si può aspettare più a lungo prima di dover fare il successivo trattamento perché ha mantenuto in vita gli insetti benefici».
Insomma, efficacia di un fitofarmaco chimico tradizionale ma con la sicurezza e il profilo ambientale di una molecola biologica. «Finora negli Stati Uniti – prosegue la dirigente che nel 2016 ha ricevuto il premio Rosalind Franklin per la leadership femminile nella biotecnologia industriale – non abbiamo ricevuto nessun reclamo né sull’efficacia, né sulle rese e questo non è qualcosa che si sente spesso riguardo ai prodotti del biocontrollo». Oltre che negli Usa, il prodotto è commercializzato in Messico «ed entro pochi mesi dovrebbe arrivare l’ok del Canada».
L’approccio al mercato europeo
Ma il processo di autorizzazione in UE sarà più lungo, tre anni e mezzo in totale. Rath ha iniziato a frequentare molto assiduamente Bruxelles perché vede margini per ottenere prima il risultato. La pronuncia della Corte di giustizia sui neonicotinoidi lo ha chiarito definitivamente: l’utilizzo in deroga è pensato per quei prodotti ancora non autorizzati e non per quelli vietati. Il nuovo prodotto targato Vestaron risponde al primo profilo. E, sostiene Rath, potrebbe essere utile ai produttori italiani alle prese, ad esempio, con la tignola del pomodoro (Tuta absoluta).
«La Commissione europea – sottolinea la presidente di Vestaron – ci ha suggerito la strada dell’autorizzazione di emergenza: se ci sono coltivatori in Italia che vorrebbero richiedere un’autorizzazione all’uso d’urgenza, nel qual caso potremmo arrivare sul mercato in modo limitato e specificatamente per quel particolare parassita del pomodoro molto prima. E poiché abbiamo già presentato la richiesta all’UE, abbiamo l’intero pacchetto».
Ma Vestaron vuole portare a Bruxelles anche l’esperienza della regolamentazione americana. «Stiamo lavorando a due grandi obiettivi politici a Bruxelles – spiega Rath – il primo è espandere la definizione di controllo biologico in modo che includa soluzioni come i nostri peptidi e il secondo è sostenere procedure più rapide per l’accesso al mercato. E questo esiste, tra l’altro negli Stati Uniti, dove ci sono due percorsi diversi uno per i prodotti chimici tradizionali e l’altro per prodotti come nostri. Gli studi normativi devono seguire comunque gli standard rigorosi della chimica – precisa – ma c’è un sistema a fasi per cui se uno studio soddisfa alcuni criteri della prima fase non siamo costretti a presentare gli altri. Così, una tipica domanda per una molecola sintetica deve presentare 300 studi per l’autorizzazione, mentre noi ne abbiamo una quarantina». Vestaron è interessata a sbarcare in Europa in grande stile, assicura Rath, anche aprire stabilimenti nell’UE, in un momento in cui altri pensano a delocalizzare negli USA per i vantaggidell’Inflation reduction act. «Per noi è ovvio che se siamo presenti sul mercato UE apriremo impianti qui».
Come funzionanoi peptidi
I peptidi sono interessanti per alcune proprietà. «Quello che abbiamo dovuto imparare a fare è stato accoppiare i nostri peptidi con quelli che vengono chiamati disgregatori intestinali per creare nell’insetto piccole ulcere in modo che il peptide possa muoversi attraverso la parete intestinale e raggiungere il recettore bersaglio. E il disgregatore intestinale che usiamo è il Bacillus thuringiensis, specifico per i lepidotteri, e selettivo per le api. Nel processo di produzione vengono utilizzati alcuni lieviti geneticamente modificati «ma non c’è materiale Gm nel prodotto finale – evidenzia Rath – non resta neanche l’acido nucleico, il prodotto finale è solo il peptide, un peptide migliorato, non presente in natura, ma è costituito interamente da aminoacidi presenti in natura, che è la parte importante perché è ciò che lo rende sicuro per gli esseri umani e l’ambiente».