In uno scenario mondiale dominato da imprevedibilità meteorologiche e geopolitiche fornire strategie per la nutrizione delle colture mirate a massimizzare rese e qualità delle produzioni è un obiettivo raggiungibile solo investendo nella ricerca e nello sviluppo di nuovi formulati.
Lo sanno bene i tecnici e i ricercatori di Biolchim, protagonisti della 3° WIN Conference durante la quale hanno fatto il punto su biostimolanti e altri prodotti già a catalogo e in arrivo.
«Appena usciti da un periodo recessivo, causato dalla pandemia Covid 19, siamo già alle prese con criticità legate al conflitto tra Russia e Ucraina – ha detto in apertura lavori l’amministratore delegato del Gruppo Biolchim Leonardo Valenti – che stanno condizionando la nostra operatività, ma la nostra attività di sperimentazione per individuare le innovazioni per il mondo agricolo non si è mai fermata.
Uno dei vantaggi del progetto WIN (Worldwide Innovation Network) di cui siamo promotori sta proprio nel disporre di una rete internazionale di collaborazioni tra università, centri di saggio, laboratori, agricoltori e consulenti in grado di facilitare il trasferimento tecnologico e ridurre i tempi di sviluppo e commercializzazione dei prodotti. Questo ci permetterà di competere ad armi pari con i giganti dell’agroindustria mondiale, il cui interesse per i biostimolanti conferma quanto questo settore sarà sempre più strategico in futuro».
Prebiotici, fosfiti e soluzioni alternative
La giornata si è aperta con la sessione dedicata a «Microbials e prebiotici»: l’attenzione dei vari relatori si è focalizzata sul ruolo del microbioma del suolo, una comunità che comprende batteri e funghi e ha potenziali effetti sia benefici sia dannosi sulla crescita delle piante e sulla resa delle coltivazioni.
Per i ricercatori di Biolchim la strategia vincente è quella di integrare l’attività prebiotica con quella probiotica, il che significa fornire alle piante dei biostimolanti in grado di favorire la crescita e l’attività di specifici microrganismi ospitati dalla rizosfera che, in cambio di depositi ed essudati radicali, favoriscono la crescita della pianta e la difendono dall’attacco dei patogeni del terreno.
Formulati come Vhera Life, è stato evidenziato, migliorano l’ecosistema ed il vigore radicale assicurando così il mantenimento dell’attività vegeto-produttiva della pianta anche in condizioni avverse, come ad esempio la forte presenza di nematodi galligeni in suoli coltivati con pomodoro da mensa e zucchino.
La sessione dedicata a «induzione di resistenza agli stress» ha sottolineato l’importanza di modificare la nuova legge sui fertilizzanti comprendendo i fosfiti tra i biostimolanti, attività per cui Ebic si è già attivata da tempo, ma allo stesso tempo individuare soluzioni alternative per il controllo, ad esempio, della peronospora su vite. I risultati mostrati durante la convention evidenziano infatti l’efficacia di alcuni siglati a base di rame, silicio e acido salicilico potenziati da estratti vegetali e coadiuvanti sul controllo di peronospora su vite con livelli simili agli standard di mercato ma con apporti di rame mediamente inferiori del 70%.
La sessione pomeridiana è stata dedicata ai prodotti «Close To Market», quei prodotti cioè vicini al lancio sul mercato. Si è parlato di formulati dedicati al contrasto del cracking del ciliegio ma anche di prodotti dedicati a resa e qualità dell’uva da tavola. Particolarmente interessanti sono state le soluzioni mirate al risparmio idrico su pomodoro e melanzana e sul miglioramento dell’efficienza d’uso dei nutrienti, entrambi argomenti decisamente importanti in questo periodo.
I primi 50 anni di Biolchim
Fondata in Italia nel 1972, oggi Biolchim vanta 50 anni di esperienza nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti speciali e biostimolanti «con l’imperativo di fornire agli agricoltori prodotti efficaci che assicurino il risultato in campo» sottolinea Antonio Di Nardo, direttore commerciale Italia di Biolchim. Negli ultimi anni Biolchim, che ha mantenuto la sede a Medicina (Bologna), è diventata leader di un gruppo più ampio di aziende, le italiane CIFO e Ilsa, la canadese West Coast Marine Bio Processing e l’ungherese Matécsa Kft ed è presente in più di 80 paesi d’Europa, Africa, Asia, e Sudamerica. «Siamo una realtà multietnica e multiculturale – aggiunge Di Nardo – e in ognuna delle nostre filiali manteniamo la stessa filosofia.
Il mondo si aspetta molto dal comparto dei biostimolanti e noi dobbiamo aiutare gli agricoltori a produrre di più, con migliore qualità ma con meno input. È una sfida impegnativa, ma la nostra esperienza nelle attività sperimentali ci offre un solido vantaggio competitivo».
Lorenzo Andreotti