L’agricoltura europea è sempre più attenta alla sostenibilità ambientale e un numero crescente di imprese agricole anche di grandi dimensioni sceglie la via dell’agricoltura rigenerativa, dell’impiego delle biosolution per la difesa e la nutrizione delle piante e della ricostituzione della biodiversità. È quanto emerso chiaramente nell’incontro «Syngenta Agcelerating Innovation» dello scorso 25 marzo svoltosi a Bruxelles il giorno prima della consueta Conferenza annuale del Forum per il futuro dell’agricoltura, sempre organizzato da Syngenta.
Aumento della sostanza organica del suolo attraverso tecniche agronomiche che vanno dalla rotazione all’impiego delle cover corps e di tecniche di lavorazione del terreno conservative, fino alla ricostituzione di siepi e boschetti planiziali, sono solo alcuni esempi citati di agricoltura virtuosa e innovativa citati durante l’Agcelerating Innovation da un giovane agricoltore testimonial selezionato da Syngenta per far capire come la sostenibilità ambientale possa essere coniugata con quella economica.
Queste soluzioni insieme all’utilizzo di biostimolanti per efficientare la nutrizione delle piante e a strumenti di biocontrollo per la difesa delle colture possono nel prossimo futuro abbassare notevolmente l’impatto ambientale dell’agricoltura europea e italiana.
Questo a patto che la Commissione dopo la marcia indietro sulla bozza di regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci proceda rapidamente a produrre e approvare un nuovo testo, meno ambizioso in termini di orizzonti temporali per addivenire all’obiettivo di ridurre l’impiego di agrofarmaci di sintesi, ma soprattutto favorevole a un iter autorizzativo più veloce.
Si è purtroppo perso tanto tempo a discutere una proposta legislativa totalmente sconnessa con la realtà: ora serve concentrarsi su provvedimenti utili agli agricoltori, ormai privi di strumenti per controllare le malattie delle piante e tra questi rientrano a pieno titolo anche le TEA, tutt’ora in cerca di una normativa di riferimento.