Il concetto di filiera ha acquisito negli ultimi anni un ruolo sempre più importante nel settore agroalimentare, soprattutto in ambito vegetale, in quanto offre la possibilità di tracciare le produzioni dal campo al prodotto finito e permette di massimizzare le rese dal punto di vista quali-quantitativo in un’ottica di sostenibilità.
Da 35 anni Sata (acronimo iniziale di Studio agronomico tecnico associato) si pone al fianco della filiera offrendo una serie di servizi integrati attraverso un approccio multidisciplinare.
Abbiamo incontrato Giuseppe Concaro, agronomo, uno dei soci fondatori e oggi alla guida dell’azienda per ripercorrere questi 35 anni di storia e capire quali sono gli orientamenti per il futuro.
Dott. Concaro ci può dire come nasce Sata?
Sata nasce nel 1986 come studio agronomico associato grazie alla collaborazione di tre agronomi alessandrini con differenti competenze in ambito tecnico-fitopatologico, economico- estimativo e commerciale. Dopo solo un anno di attività le nostre strade si sono divise e sono rimasto temporaneamente unico socio dell’azienda concentrando l’attenzione nell’ambito tecnico fitoiatrico e fitopatologico su alcune colture erbacee.
Da qui, anche grazie ad altri soci e colleghi, è partito il nostro lungo percorso di crescita, che oggi ci consente di avere oltre alla nostra sede principale a Quargnento (Alessandria), due sedi periferiche, una al Centro in Abruzzo a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) e una al Sud in Sicilia a Scicli (Ragusa), una presenza capillare di tecnici sul territorio italiano frutto delle numerose collaborazioni sviluppate in questi anni; attualmente l’organizzazione Sata conta circa 55 collaboratori.
Ci sono stati dei momenti che ritiene fondamentali nella crescita di Sata?
Sicuramente un ruolo fondamentale nella nostra crescita va attribuito ad alcune collaborazioni iniziate soprattutto nei primi anni di attività e che ancora oggi rimangono strategiche per Sata. Tra queste la partnership con importanti player della grande distribuzione organizzata e loro fornitori che all’inizio degli anni Novanta hanno cominciato a chiedere un servizio tecnico a supporto dei prodotti a marchio, in linea con il nascente Piano nazionale di difesa integrata e le nuove normative.
Ciò ha permesso di acquisire nuove competenze e nuovi clienti incrementando allo stesso tempo le partnership con colleghi agronomi presenti sul territorio nazionale, necessarie per garantire un servizio qualificato capillare e tempestivo.
Nel 1993 avviene un secondo passaggio fondamentale con la nascita di Cadir Lab, laboratorio di analisi inizialmente costituito in collaborazione con realtà del mondo produttivo alessandrino e dal 2015 completamente controllato da Sata. Grazie a Cadir Lab abbiamo ampliato l’offerta di servizi a supporto della filiera in termini di analisi di residui di prodotti fitosanitari e contaminanti delle produzioni quali micotossine, metalli pesanti e altro.
Dalla fine degli anni Novanta abbiamo sviluppato e integrato competenze e servizi per capifiliera, finalizzati all’implementazione di sistemi legati a normative cogenti, contrattuali e volontarie, soprattutto in tema di sicurezza alimentare, e alla verifica della loro applicazione e conformità per conto di alcuni gruppi della gdo.
Nel 2014, abbiamo incrementato l’attività sperimentale con la costituzione del Centro di saggio che rappresenta, assieme alla divisione consulenziale e al laboratorio Cadir Lab, un punto fondamentale per Sata.
L’attività sperimentale è focalizzata principalmente su prove di efficacia dei prodotti fitosanitari, prove varietali, ma anche impiego di altri mezzi tecnici, che ci permette di seguire e migliorare diversi aspetti produttivi della filiera vegetale.
Quali sono oggi le opportunità che vedete nelle filiere agroalimentari per proseguire il vostro percorso di crescita?
Le filiere agroalimentari offrono continue opportunità di sviluppo per un’azienda di servizi come la nostra. Nuove tendenze ed esigenze di mercato, nuovi standard qualitativi, nuove certificazioni, normative in evoluzione hanno incrementato le attività, per questo motivo nel 2014, anche grazie al contributo di professionalità esterne, abbiamo definito un nuovo piano strategico di sviluppo per affrontare queste nuove sfide. Un piano quinquennale che ci ha permesso di incrementare significativamente attività, organizzazione, clienti e business.
Un ruolo importante è attribuibile oltre allo sviluppo delle competenze anche alle nuove tecnologie, in particolar modo alla gestione dei dati e alle piattaforme digitali elemento oggi fondamentale nelle filiere agroalimentari.
Ci può fare un esempio di come si è tradotto concretamente lo sviluppo tecnologico in Sata?
Un esempio in tal senso è sicuramente rappresentato dalla partnership con BDF, azienda che dal 1989 si occupa dello sviluppo delle banche dati in agricoltura, in particolare nel settore degli agrofarmaci, aspetto fondamentale per la gestione e il controllo delle filiere nel processo di digitalizzazione.
Nell’ambito dello sviluppo tecnologico, in questi ultimi tempi abbiamo ritenuto strategico l’inserimento di figure professionali ad hoc che grazie alla loro esperienza fossero in grado di garantire un’ulteriore crescita per affrontare le nuove sfide del mercato e auspichiamo nuove collaborazioni e partnership con aziende innovative e tecnologiche per la gestione di alcune attività della filiera vegetale.
Giannantonio Armentano