L’edizione n. 10 di Combi Mais è probabilmente una delle migliori in termini di risultati alla raccolta e per fortunata coincidenza coincide anche con i 100 anni dell’azienda agricola Folli, che lo ospita dalla sua nascita.
Complici, infatti, il meteo tendenzialmente favorevole, che ha risparmiato danni gravi da grandine e vento l’appezzamento di 25 ha presso l’azienda Folli a Robbiano di Mediglia (Milano), le rese 2023 della granella di mais coltivato secondo il protocollo sono state di 16,3 t/ha di media: «a conferma che questa è la giusta rotta della coltivazione del mais – ha sottolineato Mario Vigo, ideatore di Combi Mais – un progetto realmente in grado di dare una concreta speranza di produzione per questa coltura con un clima sempre più imprevedibile».
Quest’anno i 25 ha del progetto di Vigo – realizzato assieme ai vari partner del progetto, seguito a livello agronomico da Leonardo Bertolani e validato da Amedeo Reyneri, docente del Disafa dell’Università di Torino – sono stati seminati in 3 differenti parcelloni, uno con gli ibridi a uso alimentare umano DKC5432 e DKC6715, uno con l’ibrido DKC7023 da trinciato e un altro ancora «concept farm» con diversi ibridi in prova.
Rese di ottimo livello
A segnare il record produttivo è stato un ibrido sperimentale Dekalb in sub irrigazione con ben 19 t/ha di resa in granella al 15% di umidità, ma anche il DKC6715 irrigato a scorrimento si è difeso più che bene con un picco di 18,5 t/ha. Le analisi hanno inoltre evidenziato l’assenza di contaminazione da micotossine.
Redditività assicurata
Molto interessante è stato il calcolo della redditività: l’ibrido a uso alimentare umano ha generato una plv di 5.014 euro/ha grazie all’elevata resa e al premium price (28,5 euro/q), determinando, al netto dei costi di 3.798 euro/ha, un reddito di 1.216 euro/ha.
Inferiore ma altrettanto interessante la redditività della destinazione zootecnica: 271 euro/ha generati da una plv di 3.649 euro/ha con 3.378 euro/ha di costi.
Situazione comunque critica per il mais
L’evento di presentazione dei risultati 2023 è stata anche un’occasione per riflettere sul futuro del mais italiano, i tanti interventi politici e sindacali hanno evidenziato una situazione critica per questa coltura, stretta da una parte dal cambiamento climatico e dall’altra da scelte poco oculate in termini di politica agricola. Da più parti è stata infatti sottolineata la necessità di una deroga anche per il 2024 alla rotazione.
«Regione Lombardia – ha evidenziato l’assessore all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi – sostiene l’innovazione come fattore di competitività per le aziende. Sono realtà che supportiamo perché possano coniugare con sempre maggiore efficacia la sostenibilità con la qualità dei prodotti. Non a caso, con il complemento regionale per lo sviluppo rurale del Piano strategico nazionale della Pac ben 383 milioni saranno destinati a investimenti per l’innovazione».
I partner di Combi Mais
I partner di Combi Mais 10.0 sono:
- Netafim, multinazionale per lo sviluppo, produzione e commercializzazione di soluzioni per l’irrigazione a goccia e la microirrigazione;
- Unimer, azienda italiana nella produzione di fertilizzanti solidi a valenza ambientale, per la nutrizione organo-minerale e il miglioramento del suolo;
- Cifo, azienda storica, specializzata nella nutrizione localizzata alla semina, fertirrigazione e biostimolazione fogliare;
- Maschio Gaspardo, multinazionale nella produzione di attrezzature agricole per la lavorazione del terreno, la semina, il trattamento delle colture, la manutenzione del verde e la fienagione;
- Agriserv, società di contoterzisti specializzati nell’agricoltura di precisione e gestione dei dati;
- Bayer con il marchio Dekalb per la genetica, Crop Science per la difesa e FieldView per il supporto digitale;
- xFarm, tech company nella digitalizzazione del settore agroalimentare;
- Agrisafe, broker assicurativo che offre consulenze mirate al settore agricolo.
Lorenzo Andreotti