Integrare strategie di fertilizzazione mirata con prodotti ad alta efficienza e biostimolanti di ultima generazione significa aumentare la sostenibilità delle colture sia dal punto di vista ambientale, sia economico.
Questo assunto assume particolare valore se la coltura in questione è il pomodoro da industria, fulcro di una filiera sempre più attenta all’evoluzione delle richieste dei consumatori e all’influenza della situazione geopolitica sui mercati. Per fare chiarezza su questi aspetti e confrontarsi con il mondo produttivo, Yara ha organizzato a marzo due eventi formativi, con L’Informatore Agrario come media partner, in altrettanti areali di elezione per il pomodoro da industria, Foggia e Ferrara, intitolati «Nutrire il futuro: fertilizzazione efficiente e decarbonizzazione della filiera».
A Foggia biostimolanti protagonisti
L’evento di Foggia, ospitato dal CREA-Cerealicoltura e Colture Industriali, è stato aperto dai saluti di Guglielmo Vaccaro, presidente OI Pomodoro da industria bacino Centro- Sud Italia, e di Michele Tridentino, consigliere Arptra (Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura), e si è concentrato sulle sfide future per il pomodoro alla luce delle criticità del cambiamento climatico: «L’effetto dei biostimolanti sulla resa e sulla qualità dei frutti del pomodoro – ha spiegato Domenico Ronga, docente di agronomia, coltivazioni erbacee e orticoltura presso l’Università di Salerno – è stato riportato da diversi lavori che confermano come l’applicazione di questa categoria di prodotti determini un significativo aumento della resa e della qualità. Una sperimentazione svolta lo scorso anno presso un’azienda agricola a Eboli (Salerno) dal mio gruppo di lavoro lo conferma: l’applicazione di biostimolanti ha aumentato il peso medio dei frutti favorendo anche una maggiore resa commerciale. I biostimolanti testati hanno inoltre favorito un aumento della Nitrogen agronomic efficiency (Nae – efficienza d’uso dell’azoto) e della Fruit water productivity (Fwp – efficienza dell’uso dell’acqua)».
Mario Cardone, agronomo specializzato nella nutrizione del pomodoro da industria, ha focalizzato il suo intervento sull’importanza di un approccio integrato alla gestione della nutrizione: «Programmare un piano razionale di concimazione significa basarsi su conoscenze analitiche concrete (analisi del suolo e dell’acqua) e sulle esigenze nutrizionali della coltura in funzione della fase fenologica. Con lo sviluppo della genetica gli apporti nutrizionali sono uno dei fattori determinanti che non possono essere trascurati o trattati in modo semplicistico».
Irrigazione al centro dell’evento di Ferrara
Ospitato presso una sala della Fondazione per l’agricoltura F.lli Navarra, l’evento di Ferrara si è aperto con i saluti del presidente dell’OI Pomodoro da industria Nord Italia Giuseppe Romanini e dell’assessore del Comune di Voghiera (Ferrara) Dante Bandiera.
Emanuele Radicetti, docente presso il Dipartimento di scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie dell’Università di Ferrara, ha focalizzato il suo intervento sui risultati di due sperimentazioni: «Una sui benefici legati all’introduzione della veccia come coltura di copertura e l’altra su quelli legati all’utilizzo dei biostimolanti. In entrambi i casi – ha precisato Radicetti – abbiamo osservato un maggior benessere delle piante, un aumento della loro resilienza a condizioni di coltivazione avverse, una maggiore superficie fogliare e, di conseguenza, un aumento della produzione».

Marco Dreni, responsabile di ricerca Cio (Consorzio interregionale ortofrutticoli) ha fatto il punto sull’impiego dell’acqua: «Meglio ancora sulla razionalizzazione del suo utilizzo. Gli strumenti tecnologici per farlo oggi ci sono tutti – ha detto Dreni – dai Dss alle sonde per l’umidità del terreno. Per ottenere reali benefici l’efficienza d’uso dell’acqua va però incrementata a livello di sistema, tutte le innovazioni devono avere sinergie positive tra loro, altrimenti si rischia di non sfruttarle appieno».
Capire il concetto di «decarbonizzazione»
«Il settore agricolo europeo svolge un ruolo importante nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio – ha detto Giulia Castellucci, business development manager food chain di Yara ai due appuntamenti – e l’obiettivo dell’Unione europea è quello di raggiungere la neutralità climatica, cioè emissioni “zero” di CO2 entro il 2050. La visione di Yara è contribuire attivamente alla riduzione dell’impatto che hanno i fertilizzanti nelle emissioni generate dal settore agroalimentare, riducendo notevolmente le emissioni legate al processo produttivo dei fertilizzanti e supportando gli agricoltori ad adottare pratiche innovative che siano per loro sinonimo di opportunità, garantendo che la decarbonizzazione e la competitività vadano di pari passo».
Le strategie Yara per nutrire il pomodoro da industria
Rocco Cavoto e Filippo Bomitali, rispettivamente responsabile agronomico Centro-Sud Italia e biologicals specialist di Yara, hanno fatto il punto sulle soluzioni fertilizzanti e biostimolanti per il pomodoro da industria: «La concimazione di fondo efficiente parte dalla radice – ha evidenziato Cavoto – e noi consigliamo YaraMila NUTRI e YaraSuna per aumentare l’assorbimento degli elementi nutritivi e dell’acqua, migliorando la salute radicale e massimizzando la disponibilità di fosforo rispetto a un fosfato biammonico convenzionale.

Per la fertirrigazione suggeriamo YaraTera CALCINIT per un apporto di calcio disponibile e azoto nitrico per supportare lo sviluppo radicale, favorire la divisione cellulare e migliorare la resistenza agli stress abiotici. A quest’ultimo consigliamo di affiancare YaraTera AMNITRA come ulteriore fonte azotata. Nella fase di pieno sviluppo della pianta è infatti importante privilegiare un apporto equilibrato di azoto nitrico e ammoniacale, evitando gli eccessi di ammonio che sarebbero dannosi per la coltura». L’integrazione dei prodotti della linea YaraAmplix in fertirrigazione e per via fogliare – ha continuato Bomitali – confermano l’efficacia della strategia Yara nella mitigazione degli stress climatici nelle fasi riproduttive.
Nello specifico, YaraAmplix OPTINUE, acidi umici più Zn e Mn, con pH acido, svolge un’azione complessante degli elementi nutritivi forniti in fertirrigazione aumentandone l’efficienza anche grazie all’incremento della densità radicale (sistemi radicali ben sviluppati sono più efficaci), mentre YaraAmplix FLOSTREL, OPTIMARIS e YaraVita FRUTREL aumentano l’efficienza d’uso dei nutrienti attraverso il supporto alla fotosintesi e la tolleranza agli stress climatici. Diverse esperienze di campo evidenziano che la produzione migliora sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, con un incremento della resa, del grado Brix e della consistenza. Anche dal punto di vista del ritorno dell’investimento (Roi) si ottiene un maggior rendimento del capitale investito».