L’annata 2020 dei frumenti è stata caratterizzata da diverse difficoltà partite dalla semina – che in molti areali è stata ritardata dalle piogge di ottobre – e proseguite durante i mesi invernali e sino all’inizio di aprile, con precipitazioni pressoché assenti tanto che in diverse zone le colture hanno manifestato sintomi da stress idrico. Inoltre, l’andamento anomalo del periodo autunno-invernale ha limitato l’accestimento delle colture. Per limitare queste criticità la fertilizzazione, da sempre agrotecnica fondamentale per i cereali, assume un ruolo ancora più importante, a patto che venga eseguita con prodotti innovativi.
Il Consorzio Agrario del Nordest consiglia in questo senso Nutribio N: un complesso di microrganismi cosiddetti PGPB (Plant Growing-Promoting Bacteria: batteri promotori della crescita vegetale) che svolgono 2 azioni: la biofertilizzazione e la biostimolazione.
La biofertilizzazione si traduce in un aumento della disponibilità e assorbimento dei nutrienti attraverso le azioni di fissazione di N, solubilizzazione di P e produzione di siderofori (Fe).
La biostimolazione prevede i due seguenti effetti:
- lo stimolo della crescita vegetativa delle piante attraverso la produzione di fitormoni per la crescita (acido indolacetico, gibberelline, citochinine) e la produzione di ACC deaminasi per contrastare l’eccesso di etilene, che la pianta produce in condizioni di stress e che riduce lo sviluppo radicale.
- la protezione da stress di natura biotica e abiotica attraverso l’inibizione di microrganismi patogeni, con azione probiotica anche attraverso il meccanismo della competizione per esclusione.
Il formulato, in polvere bagnabile e solubile, si riattiva velocemente una volta messo in acqua e distribuito sulla coltura con una normale barra da diserbo.
Oltre alla riduzione del 30-35% del fabbisogno di N della pianta, Nutribio N comporta anche un miglioramento dello stato di salute della pianta che si traduce normalmente in un incremento produttivo, che nelle colture come mais, frumento e soia è dell’ordine dei 2-5 q/ha.
Risultati in campo
«Il 2019, con la primavera particolarmente piovosa su mais, e il 2020, con la situazione siccitosa su frumento, hanno messo in luce proprio questi effetti perché Nutribio N ha potuto evidenziare le capacità di far superare situazioni di stress importanti con i conseguenti notevoli incrementi di resa» ha detto Sebastiano Mundula, Ricerca e Sviluppo Consorzio Agrario del Nordest.
«I dati che abbiamo raccolto nel 2019 su mais e nel 2020 su frumento evidenziano che con l’impiego di Nutribio N è possibile sostituire circa 1/3 dell’azoto totale apportato alle colture con risultati produttivi e qualitativi di tutto rispetto– continua Mundula. Nel 2019, su mais, abbiamo notato come gli ibridi fertilizzati con Nutribio N abbiano sofferto molto meno degli stress abiotici».
A confermare questa affermazione sono i risultati delle prove su mais presso l’Azienda agricola Mea (Rovigo), dove Nutribio N ha sostituito 2 q/ha di urea apportata e, grazie agli altri suoi effetti positivi sulla sanità e fortificazione della pianta, ha consentito un incremento di resa di quasi 2 t/ha (tabella 1). Da notare che il vantaggio si è confermato positivo su tutti gli ibridi in prova. «Questa situazione si è ripetuta quest’anno sui frumenti: l’annata decisamente complessa sul fronte climatico ha permesso di osservare una netta differenza tra le fertilizzazioni convenzionali e quelle con Nutribio N. I risultati di una nostra prova su frumento e orzo presso l’Azienda agricola Marzotto a Candiana (PD) hanno evidenziato una netta superiorità vegetativa delle tesi trattate con Nutribio N». I risultati produttivi della sperimentazione segnalano inoltre un incremento di resa media tal quale di 52 q/ha, pari a un aumento del 6,3 % di produzione, sulla media complessiva di tutte le parcelle. Inoltre, la maggiore sanità e vigoria delle piante fertilizzate con Nutribio N ha incrementato anche le UFL (unità foraggere latte): +817 UFL/ha, pari a un aumento del 2,8%, sulla media complessiva di tutte le parcelle (tabella 2).
«L’effetto più contenuto in termini di energia – aggiunge Mundula – si spiega considerando che il calcolo delle UFL/ha è penalizzato da contenuti di sostanza secca (s.s.) inferiori. Le tesi con la concimazione aziendale sono state sovrastimate a causa del maggior contenuto di sostanza secca legato alla premorienza di diverse varietà in prova, mentre le tesi con Nutribio N sono state sottostimate perché le piante erano più sane, non «premorte» o «essiccate prematuramente» e quindi con circa 2 punti di sostanza secca in meno».
Nutribio N ha una dose di applicazione di 50 g/ha ed è utilizzabile in agricoltura biologica ai sensi dell’art. 3(4) del regolamento CE 889/2008.