Biometano da sottoprodotti agricoli e agroindustriali. Per Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori-Cgbi, si tratta di ripetere, ampliando però la gamma delle biomasse utilizzate negli impianti, quanto già applicato nel progetto biogas: un progetto unico in Europa che ha consentito al gruppo bolognese nato dalle due associazioni bieticole, Anb e Cnb, di valorizzare a fini energetici il prodotto dei soci e il sottoprodotto degli zuccherifici (polpe di barbabietola surpressate).
Adesso Cgbi, che rappresenta oltre 5.200 aziende agricole e zootecniche e nel comparto italiano dell’energia rinnovabile conta 23 impianti biogas realizzati e oltre 200 gestiti in service, «mette a terra» con Coprob-Italia Zuccheri, Granarolo e Fruttagel, tre nuove filiere agro-energetiche ben distinte tra loro, per produrre insieme biometano.
Presidente Lanfredi, la Confederazione dei bieticoltori-Cgbi ha lanciato tre progetti innovativi insieme ai big dell’agroalimentare «made in Italy» per sviluppare la produzione di biometano agricolo. È stato appena firmato il decreto che sblocca le risorse del Pnrr, ma mancano ancora le misure applicative. Che cosa chiedete?
Il nuovo decreto ci dà finalmente elementi di certezza relativamente agli elementi economici di base come la tariffa incentivante sul biometano prodotto e il contributo sull’investimento. Mancano ora le misure applicative che dovranno essere adottate entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. In queste disposizioni assume una posizione di assoluto rilievo la regolamentazione dell’autoconsumo: la questione è tecnica ma può avere un impatto determinante e rendere economicamente sostenibili o meno i progetti da realizzare.
Produrre biometano significa ridurre la dipendenza dal gas russo, calmierare i rincari delle bollette e abbattere le emissioni in atmosfera, ma anche immettere sul mercato un quantitativo importante di digestato o fertilizzante rinnovabile. Come incentivarne ora il corretto utilizzo?
Le società impegnate nella realizzazione degli impianti di biometano adotteranno le migliori tecniche di distribuzione e interramento del digestato per favorire la massima efficienza delle unità nutritive e ridurre drasticamente le emissioni inquinanti. Un sistema tecnologicamente all’avanguardia in grado di garantire la certificazione di sostenibilità e la piena tracciabilità.
Quindi il nuovo decreto pare offrire anche una possibile soluzione al problema dei nitrati
L’allevatore riceverà un aiuto concreto. Lo stoccaggio degli effluenti zootecnici dalla gestione integrata alla copertura a tenuta gas e la conseguente distribuzione centralizzata del digestato faranno capo alle società affidatarie.