Una delle necessità più pressanti che hanno gli allevatori sul fronte dell’alimentazione animale è garantirsi un trinciato di alta qualità e omogeneo, giorno dopo giorno, per evitare un continuo monitoraggio e aggiustamento della razione.
Numerose ricerche hanno dimostrato che, anche negli appezzamenti più omogenei e fertili, si registrano variazioni molto significative sia nella resa sia nella qualità del trinciato di mais. Questa variabilità si ritrova in trincea dopo l’insilamento, impattando sulle performance degli animali e degli impianti a biogas.
Partendo dallo studio della variabilità del trinciato e delle caratteristiche del terreno, il team Syngenta ha messo a punto il sistema MaxiMaize®: una tecnologia esclusiva che rivoluziona il modo di fare il trinciato, combinando le migliori genetiche Syngenta in un unico sacco valutando altezza della pianta, fogliosità, stay green, insieme ai caratteri fisiologici di maturità, epoca di fioritura, vigore di partenza, combinandoli in modo da ottenere un effetto moltiplicatore.
Ciascuna combinazione MaxiMaize viene valutata per più anni nei diversi ambienti, per analizzarne il comportamento al variare delle condizioni colturali e climatiche.
Così, mentre un singolo ibrido può essere pesantemente penalizzato da eventi meteorologici estremi, con MaxiMaize è possibile selezionare una combinazione di varie basi genetiche in grado di garantire maggiore stabilità produttiva e qualitativa negli anni e nelle diverse condizioni.
Tre combinazioni per tutte le situazioni
La prima generazione MaxiMaize per l’Italia è costituita da tre combinazioni di maturità medio-tardiva, tra i 130 e i 135 giorni.
- SY 703M (130 giorni): il prodotto più precoce e versatile, studiato per condizioni di maggior variabilità del terreno. Adattabilità e tolleranza agli stress ne suggeriscono l’impiego per le semine sia di primo sia di secondo raccolto.
- SY 711M (135 giorni): combinazione di ciclo pieno, progettata per le semine in primo raccolto negli ambienti più vocati e fertili.
- SY 714M (133 giorni): la scelta ideale per chi opera in condizioni di media variabilità e vuole seminare un ciclo pieno in primo raccolto.
I risultati in campo
L’entusiasmo tra gli addetti ai lavori è stato notevole fin dalla primavera 2020, quando la qualità del seme ha garantito un eccellente vigore di partenza, emergenze uniformi, piante con apparato radicale profondo ed espanso e grande fogliosità.
Durante l’estate le impollinazioni pressoché perfette hanno portato a spighe ricche di granella e ben fecondate, accompagnate da una tenuta del verde prolungata e un’ottima sanità di pianta.
Non c’è da stupirsi, quindi, se con queste premesse i numeri alla raccolta raccontano di produzioni verdi superiori di circa il 10% rispetto agli ibridi convenzionali, con un contenuto in amido superiore del 5%.
Tra gli oltre 430 agricoltori che hanno già raccolto i prodotti MaxiMaize, la soddisfazione per i risultati ottenuti è evidente.
Soprattutto nelle situazioni di maggior variabilità di terreno, quello che ha colpito è stata la possibilità di stabilizzare le rese che, nei confronti fianco a fianco con gli ibridi di riferimento, sono risultate mediamente superiori di circa il 10%.
Proprio grazie al grande apporto di granella nella massa verde trinciata, le analisi dei prodotti MaxiMaize hanno evidenziato un maggior contenuto di amido che, nei numerosi confronti a pieno campo, si è attestato in media sul 5%, pari a un vantaggio economico di circa 150 euro/ha sia per chi userà il trinciato per l’alimentazione in stalla sia per chi lo trasformerà in energia nell’impianto biogas.
A oggi, dopo aver monitorato più di 10.000 ha di trinciato, i prodotti MaxiMaize hanno dimostrato una enorme omogeneità del trinciato. In media i valori di sostanza secca hanno evidenziato una variabilità all’interno del campo di 3-4 punti percentuali, a fronte degli oltre 10 punti con gli ibridi tradizionali.
Anche il contenuto di amido ha mostrato valori tra il 31 e il 36%, in media 1 o 2 punti superiori rispetto ai singoli ibridi a confronto.