Il concetto di sostenibilità è ormai di uso comune per gli operatori del comparto agroalimentare nazionale e sempre di più, di conseguenza, sta diventando imperativo per gli attori a monte, cioè i produttori agricoli, ai quali l’Unione Europea chiede di coltivare con modalità che privilegino il minor impatto ambientale possibile.
Per esaudire infatti le richieste del Green Deal, cioè l’insieme delle iniziative politiche portate avanti dalla Commissione europea per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, agli agricoltori servono nuove soluzioni in grado di fronteggiare le avversità – vecchie e nuove – che riducono produttività e qualità delle coltivazioni. Questo tema è stato al centro del webinar organizzato lo scorso 24 novembre da FertiGlobal®, azienda multinazionale produttrice di fertilizzanti e biostimolanti del Gruppo Larderello, durante il quale i diversi ospiti si sono confrontati sulla necessità comune di individuare nuove strategie per proteggere, anche indirettamente, le eccellenze del Made in Italy agroalimentare.
La tecnologia dei polifenoli
Ad aprire i lavori è stato Claus Brakemeier, business development manager, che ha descritto gli obiettivi del programma Life EnVision di FertiGlobal: «la cui missione è già nel suo nome. EnVision sta infatti per Enhance, Nurture and Vitalize (potenziare, nutrire e vitalizzare) cioè rendere le colture resistenti agli stress abiotici su larga scala, aumentandone qualità e produttività salvaguardando al tempo stesso la fertilità del suolo.
La chiave è la nostra tecnologia brevettata EnNuVi®, che impiega un complesso di biofenoli in grado di stimolare diversi meccanismi fisiologici delle piante. Le sperimentazioni su barbabietola in Germania – ha evidenziato Brakemeier – hanno dato ottimi risultati produttivi e qualitativi in colture sotto stress da oidio e cercospora mentre prove in serra su pomodoro da mensa hanno evidenziato l’efficacia di EnNuVi sullo stress idrico: le tesi irrigate al 70% trattate con EnNuVi hanno prodotto come il testimone non trattato ma irrigato al 100%».
L’argomento della sperimentazione in campo è stato ripreso anche da Valentina Ciccolini, R&D manager fertilizer FertiGlobal, che ha sottolineato quanto EnNuVi sia una tecnologia oggetto di studi e ricerche continue: «uno degli step più importanti – ha detto – è proprio quello di valutare l’efficacia in campo dei nostri biostimolanti. Nel 2020 abbiamo organizzato 10 prove su 6 differenti colture in diversi paesi europei, ma molte altre sono in corso in tutto il mondo».
Il parere degli addetti ai lavori
Giovanni Campagna, responsabile agronomico di Coprob, ha spiegato come le soluzioni sostenibili siano sempre più vitali anche per il comparto della barbabietola da zucchero: «una grande percentuale degli agricoltori associati a Coprob coltiva su terreni scarsamente dotati in sostanza organica, per cui strumenti agronomici per la tutela del suolo saranno sempre più importanti. Inoltre – ha aggiunto – unire mezzi tecnici innovativi con gli strumenti dell’agricoltura di precisione, attività che in Coprob stiamo portando avanti da diversi anni, è la strada maestra per la difesa sostenibile. Alcuni esempi sono il nostro monitoraggio della cercospora da satellite e le prime esperienze di impiego dei robot per la semina e la sarchiatura della barbabietola».
Anche l’ortofrutta è estremamente sensibile alle tematiche legate alla sostenibilità ambientale delle coltivazioni: «dobbiamo esaudire le richieste di consumatori sempre più sensibili a questo argomento – ha detto Giuliano Donati, presidente di Granfrutta Zani – ma anche difendere le colture da avversità classiche come le malattie fungine e nuove come la cimice asiatica e il cambiamento climatico. Per noi la soluzione è l’innovazione responsabile, che decliniamo in campo con progetti dedicati alla robotica, alla sensoristica per l’irrigazione, all’uso sostenibile delle plastiche e anche alla fertilizzazione con compost e digestato».
Davide Dradi, agronomo di Astra Innovazione e Sviluppo, ha ricordato quando la fertilizzazione sia cruciale, seppure indirettamente, anche per la difesa dalle fitopatie: «mettere la pianta nelle condizioni vegetative migliori tramite una nutrizione mirata significa renderla più resistente, soprattutto contro le malattie fungine, sempre più minacciose e imprevedibili a causa del cambiamento climatico».
Lorenzo Andreotti