L’8 agosto scorso una delle più grandi aziende familiari statunitensi, J. M. Huber Corporation, ha firmato l’accordo per l’acquisizione di Biolchim, azienda italiana specializzata nella produzione di fertilizzanti speciali e biostimolanti di cui fanno parte anche Cifo, Ilsa e Florimo.
Precedentemente di proprietà delle società NB Renaissance e Chequers Capital, Biolchim, che fa capo a Galileo Quattro sarl, ha costruito il suo successo in questi anni facendo leva su un modello di business basato su un portafoglio prodotti completo che comprende, oltre ai sopraccitati marchi, l’accesso diretto alle materie prime e una rete di vendita globale, supportata da un team altamente specializzato impegnato nello sviluppo di prodotti e tecnologie innovative. Il Gruppo vende in oltre 70 Paesi attraverso filiali commerciali internazionali e distributori specializzati.
Leonardo Valenti, amministratore delegato di Biolchim, ha dichiarato a L’Informatore Agrario: «La combinazione strategica tra Biolchim e Huber è altamente sinergica sia dal punto di vista geografico, sia del portafoglio prodotti. Sul fronte geografico Biolchim sarà più presente sui mercati americani e in alcune aree sudamericane, soprattutto in Messico, mentre sotto il profilo dei prodotti sarà molto interessante l’integrazione tra il nostro portafoglio e quello di Miller, importante azienda statunitense di proprietà di Huber dal 2019 specializzata nella nutrizione vegetale».
Con il supporto di NB Renaissance e Chequers Biolchim ha registrato un periodo di forte crescita raddoppiando le proprie dimensioni dal 2016, con un fatturato di circa 140 milioni di euro nel 2021. Questi risultati sono stati ottenuti attraverso una maggiore contribuzione dei prodotti ad alto valore aggiunto, l’espansione della presenza internazionale della Società mediante l’apertura di filiali in America centrale e meridionale, Asia, Australia e Nuova Zelanda e dallo sviluppo dell’organizzazione commerciale internazionale. Anche nel 2022, il Gruppo sta registrando una crescita a doppia cifra.
«La scelta di vendere a un partner con un profilo industriale – ha aggiunto Valenti – va nella direzione di rafforzare ulteriormente quanto costruito in questi ultimi anni con l’obiettivo futuro di ulteriori acquisti di marchi per fronteggiare un mercato di altissimo interesse economico, quello dei biostimolanti, che oltre a una crescita costante, vede entrare in gioco sempre più player multinazionali, contro i quali oltre ai prodotti innovativi servono anche basi finanziarie solide».