Irrigazione e risparmio idrico. È questo il core business della Irritec, azienda fondata nel 1974 da Rosario Giuffrè, con sede principale a Rocca di Coprileone, in provincia di Messina.
I 18 dipendenti iniziali di allora hanno raggiunto oggi quota 800 unità e le sedi nel mondo sono arrivate a 15, con stabilimenti produttivi distribuiti, oltre che in Italia, in Spagna, Stati Uniti, Messico, Cile e Brasile.
«Grazie all’applicazione di tecnologie meno costose, oggi l’agricoltura può utilizzare sensori alla portata di tutti con un alto grado di affidabilità, aprendo un ventaglio enorme di possibili applicazioni – spiega Giuseppe Giardina, responsabile Sviluppo e ricerca agronomica dell’azienda – come la capacità di individuare il momento migliore per irrigare, quanta acqua restituire al sistema e quali e quanti nutrienti immettere nella soluzione circolante. La conoscenza è quindi un imperativo assoluto che già oggi permette di gestire al meglio l’attività nell’azienda agricola. Questo è ed è sempre stato l’obiettivo di Irritec, impegnata nella progettazione e nella vendita di macchine automatiche per l’irrigazione, la fertirrigazione e il filtraggio a cui va aggiunto il progetto denominato Sfida destinato alla realizzazione di un fertirrigatore intelligente che conterrà un ecosistema attivo per coinvolgere in futuro ogni dispositivo automatico made in Irritec».
Quanto è importante la ricerca e lo sviluppo in Irritec?
Siamo nati con l’innovazione che ci ha permesso di realizzare una vasta gamma di prodotti adatti a ogni esigenza – prosegue Giardina – grazie anche a un know how tecnico-produttivo studiamo e realizziamo direttamente i macchinari necessari alla produzione aziendale.
Inoltre, grazie alla presenza in azienda di agronomi che operano al fianco degli agricoltori, forniamo un servizio di ricerca e sviluppo anche sul campo che ci permette di trovare soluzioni per l’irrigazione in grado di rispondere a ogni tipo di esigenza.
Quanto ha influito la pandemia sui processi di sviluppo dell’azienda e quali sono le nuove richieste che arrivano dal mondo agricolo per un’agricoltura sempre più sostenibile relativamente a una gestione più razionale della risorsa idrica?
I momenti di difficoltà come quello che stiamo vivendo danno a mio avviso a chi è forte la consapevolezza delle proprie possibilità e rendono purtroppo i deboli più sensibili – sottolinea Giardina. Irritec ha spalle larghe e forti, capacità di riorganizzare il lavoro e soprattutto ingegno versatile per adattarsi alle nuove condizioni nel modo meno traumatico possibile. Sono caratteristiche che affondano le radici in quarant’anni di storia, durante i quali non si è mai smesso di ascoltare la voce degli agricoltori e le loro esigenze, imparando dagli errori e facendo tesoro di ogni piccola conquista.
L’ascolto di un settore così complesso e diversificato come quello agricolo non è mai semplice e anche per questo occorre saper discernere per evitare che i reali bisogni si confondano con i desideri. È infatti doveroso ragionare in termini di possibilità, assecondando il comparto laddove sia possibile farlo attraverso il miglior utilizzo della tecnologia più innovativa, l’intelligenza artificiale, le grandi risorse offerte da internet. Tutti elementi che devono costituire il supporto e non l’inciampo alla propria attività per favorire la giusta interazione tra dispositivi e ambiente. In buona sostanza, il comune denominatore che lega ogni tipo di richiesta deve essere l’intercomunicabilità, la possibilità di accedere al campo senza essere fisicamente presente potendo comunque connettersi agli impianti. Lo Iot, il cosiddetto internet delle cose, nei prossimi anni sarà conditio sine qua non per ogni tipologia di esigenza e richiesta.
Irritec è pronta a rispondere a questa sfida – conclude Giardina – offrendo la tecnologia Commander Evo che permette a ogni imprenditore agricolo di programmare, avviare, annotare, salvare, leggere, irrigare stando comodamente seduto nel proprio ufficio.