Inseme: genetica italiana per le stalle italiane

Inseme

Inseme spa è la più grande realtà italiana nel campo della ricerca, dello sviluppo e della distribuzione di genetica bovina di qualità e livello superiore per la fecondazione artificiale.

L’azienda nasce nel 2012 dalla fusione dei tre maggiori centri di fecondazione artificiale italiani, Ciz, Elpzoo e Semenitaly.

La proprietà è oggi composta da Associazione italiana allevatori (Aia), che detiene la maggioranza delle quote, Cariplo Iniziative srl, Inguran llc, azienda leader mondiale nel campo del sessaggio del seme, e Società consortile consorzi agrari.

Abbiamo incontrato il direttore generale, Camillo Cannizzaro, per capire quali sono le sfide che la zootecnia italiana e Inseme stessa dovranno affrontare nei prossimi anni.

Camillo Cannizzaro
Camillo Cannizzaro, direttore generale Inseme spa

Direttore a quali obiettivi puntate?

Il nostro obiettivo principale è la diffusione della genetica italiana negli allevamenti bovini nel nostro territorio e all’estero. L’Italia è un Paese che per motivi orografici, climatici, storici e culturali rappresenta un toponimo unico al mondo e pertanto crediamo che la genetica bovina italiana sia la più adatta a massimizzare le produzioni tipiche dei nostri territori, favorendo la crescita economica degli allevatori che se ne servono e fornendo le basi per lo sviluppo e la conservazione delle produzioni alimentari tipiche Italiane.

Purtroppo in passato si è concesso troppo spazio alla genetica Nord americana, frutto di una pressione selettiva molto distante dalle esigenze degli allevatori italiani e dal mercato lattiero-caseario del nostro Paese.

Pertanto, nell’interesse della zootecnia nazionale, è nostro compito far sì che il seme dei tori nati in Italia in allevamenti nazionali torni a essere leader del mercato.

Cosa intende?

Anafibj, l’Associazione italiana di razza Frisona, Bruna e Jersey, ha il compito istituzionale di dettare i parametri di selezione di queste razze e produce, per la razza Frisona, un indice di selezione, l’indice GPFT che sintetizza in un numero tutti i parametri produttivi, morfologici e gestionali che meglio identificano le caratteristiche della vacca più adatta alle condizioni di allevamento italiane.

Mi spiego con un esempio. Negli Stati Uniti le dimensioni medie delle stalle, le condizioni ambientali e il mercato del latte hanno caratteristiche estremamente distanti dalle condizioni di allevamento e di mercato italiano: si produce latte prevalentemente per il consumo diretto.

Il tratto distintivo del nostro sistema zootecnico è invece la destinazione d’uso del latte che viene trasformato per l’80% in formaggi: prodotti di eccellenza e dop conosciute e apprezzate in tutto il mondo e legate a tradizioni casearie radicate nella cultura e nel territorio nazionale.

Il contenuto di caseine nel latte e soprattutto di K-caseina, per il nostro sistema zootecnico è, di conseguenza, fondamentale. I due indici di riferimento per i due diversi mercati, PFT italiano e TPI americano, sono stati sviluppati per rispondere a due esigenze produttive diverse e danno enfasi diversa alla qualità del latte, selezionando dunque tipi genetici differenti.

Nei prossimi cinque anni vogliamo puntare sull’Italia, ovvero promuovere l’indice di selezione nazionale che è il più adatto a rispondere alle esigenze produttive e zootecniche di chi alleva vacche da latte in Italia.

Da questo punto di vista Inseme ha un ruolo importante da giocare perché commercializza solo seme di tori nati in Italia attraverso il lavoro appassionato di tanti allevatori italiani capaci di utilizzare al meglio la genetica proveniente da tutto il mondo.

Allora la genetica non è più italiana?

La genetica delle principali razze da latte è diffusa in tutto il mondo. Quello che cambia da Paese a Paese è il criterio con cui viene selezionata la genetica che meglio si adatta alle condizioni di allevamento del territorio.

Inseme non vuole solo offrire agli allevatori italiani la migliore selezione genetica sulla base dell’indice GPFT, ma vuole essere l’azienda che produce genetica insieme agli allevatori italiani e negli allevamenti italiani.

I nostri tecnici lavorano a fianco degli allevatori per lo sviluppo di linee genetiche di valore superiore, fornendo loro supporto nella scelta dei tori per gli accoppiamenti e nello sviluppo di nuove generazioni di madri di toro.

Così facendo coinvolgiamo gli allevatori come partner attivi dello sviluppo della genetica e non semplicemente come attori passivi che si limitano ad acquistare il seme di tori per la fecondazione artificiale delle proprie vacche.

Quali iniziative avete intrapreso per rafforzare il programma di selezione?

Abbiamo un programma molto avanzato, affidato alla gestione di un team giovane, coordinato da Fabiola Canavesi e al quale partecipano Davide Piola, da anni giudice Anafibj oltre che allevatore, Massimo Baruffini, allevatore ed esperto di famiglie di razza Holstein, Giantommaso Pavone, esperto di razza Bruna italiana, Singh Bikram, esperto di genetica conosciuto in Europa e nel mondo.

Dal 2019 Inseme ha avviato un programma di embrioni che coinvolge gli allevatori italiani su due piani: come produttori di embrioni di alto valore genetico e come partner nel progetto Getin (Genetica top Inseme) che nel 2020 ha visto l’impianto di oltre 400 embrioni dalla migliori donatrici per poter avere tori di elevato livello genetico nati in Italia e far crescere le future generazioni di madri di toro.

Abbiamo già oltre 100 manze, tra quelle in proprietà e quelle in convenzione in esclusiva con gli allevatori che collaborano allo sviluppo del programma, che sono riconoscibili perché portano il prefisso Inseme nel loro nome. Molte di esse sono ai vertici delle classifiche per gli indici italiani GPFT, IES e ICS.

Questa iniziativa è rivolta esclusivamente ad allevatori italiani, e puntiamo ad aumentare massicciamente il numero di stalle coinvolte, perché consente a tanti allevatori competenti di diventare protagonisti del programma di selezione italiano.

I risultati del programma sono sotto gli occhi di tutti: la prima vitella al mondo per PFT è nata grazie al programma Getin Inseme e disponiamo anche di un gruppo di vitelle ai vertici delle classifiche.

Insomma la vostra mission è migliorare la genetica delle stalle italiane attraverso la genetica italiana

Certamente, anche dal punto di vista del marketing abbiamo scelto di promuovere il valore e la qualità della nostra attività, al contrario di molti concorrenti che puntano sull’offerta di servizi aggiuntivi a costo zero o quasi.
In molti casi questi servizi, come l’intervento di fecondazione artificiale, hanno assunto più valore della genetica del seme e alcuni allevatori non scelgono più la genetica ma il servizio aggiuntivo. Si vende seme bovino per fecondare vacche e manze e non più genetica per far progredire e migliorare la redditività delle aziende.

A tutti quelli che vorranno diventare nostri clienti noi proponiamo InsemePro, una vera e propria consulenza genetica, attraverso la quale giungiamo a formulare un indice per ogni specifico allevamento. Attraverso l’analisi di costi e ricavi della stalla siamo in grado di definire un indice personalizzato che risponde al meglio a quelle che sono le necessità di miglioramento genetico della mandria.

Utilizzando l’indice sviluppato ad hoc per le esigenze dell’azienda siamo in grado di segmentare la mandria in tre gruppi: le bovine di superiore livello genetico, quelle in media con l’allevamento, e quelle con valore genetico inferiore alla media. In questo modo l’allevatore può puntare sulle femmine migliori fecondandole con seme sessato di qualità per costruire la generazione di vitelle che sarà in grado di offrire una redditività superiore.

In pratica, in base agli obiettivi imprenditoriali e alla situazione di partenza della mandria viene definito un obiettivo di miglioramento personalizzato e viene elaborata una classifica di tori dedicata, per migliorare proprio i caratteri necessari a raggiungere l’obiettivo fissato dall’impresa.

Il servizio InsemePro, presentato alla fine del 2020, ha già ottenuto un grande apprezzamento dai clienti che hanno deciso di adottarlo. Già prima del lancio ufficiale abbiamo condotto un periodo di sperimentazione di un paio di anni che ha dato, nelle aziende dove è stato adottato, ottimi risultati in termini di miglioramento della quantità e qualità delle produzioni, livelli di fertilità e longevità della mandria con positive ripercussioni sulla redditività dell’allevamento.

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