L’ultima campagna mais è stata una delle peggiori che si ricordi, ma archiviare le annate difficili sperando che non tornino più, oltre a rappresentare una vana speranza, significa rinunciare a imparare una lezione, quella cioè di mettere in campo, nel vero senso del termine, tutte le innovazioni tecnologiche disponibili per non farsi trovare impreparati di fronte alle criticità del cambiamento climatico.
Con questo spirito Maschio Gaspardo, player mondiale della meccanizzazione in agricoltura, ha organizzato lo scorso 8 settembre una tavola rotonda intitolata, appunto, “La produttività del mais e le nuove tecniche di coltivazione”.
L’evento ha visto come ospite speciale l’agronomo messicano Ernesto Cruz, detentore del record mondiale di produzione di granella di mais – 44 t/ha in Cina – che ha presentato ai tanti intervenuti all’evento la sua “ricetta” per produrre granella con rese da record: «il protocollo per ottenere rese elevate dal mais – ha detto Cruz – prevede un cambio profondo di mentalità verso questa coltura. Il segreto non è nella genetica o nell’andamento climatico, ma nell’attenzione che è necessario prestare a tutte le fasi della coltivazione».
Uno dei capisaldi della filosofia di Cruz è quello di ragionare per costo/tonnellata invece che per costo/ettaro «quindi porsi un obiettivo produttivo e mirare ad ottenerlo utilizzando le corrette tecniche di semine, nutrizione, difesa e irrigazione. Ovviamente non è possibile passare da 10 t/ha a 30 o anche 35 in una sola annata – ha sottolineato Cruz – perché i risultati migliori si ottengono passo dopo passo e soprattutto analizzando i propri errori per correggerli.
Cruz ha ricordato come la semina, nell’ambito del suo protocollo, sia solo al 17° punto dei 24 totali: «prima vengono l’osservazione e la valutazione dello stato di fertilità del terreno, inoltre è fondamentale disporre di sementi più omogenee possibili e curare la nutrizione della pianta fin dalle primissime fasi anche con prodotti biostimolanti». Altro aspetto non trascurabile è la densità di semina dei suoi campi, che arriva a 300-350.000 piante/ettaro, numeri che ovviamente hanno dell’incredibile per la tradizionale maiscoltura italiana.
Agrotecniche per mitigare il cambiamento climatico
Ma l’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulle soluzioni agronomiche per mitigare gli effetti della siccità e del “caro fertilizzanti”: per Stefano Gobbo, ricercatore di meccanica del Tesaf dell’Università di Padova: «soluzioni di agricoltura conservativa, che permettono di mantenere nel suolo l’umidità, sono e saranno sempre più strategiche in ottica di periodi siccitosi e produzioni sempre più sostenibili» mentre secondo Marco Speziali, contoterzista e presidente del Confai di Mantova: «le imprese agromeccaniche sono al fianco delle aziende agricole per contrastare il cambiamento climatico e l’aumento dei costi di produzione con nuovi servizi come la certificazione degli spandimenti dei reflui zootecnici, l’eco-condizionalità, la gestione razionale delle risorse idriche, dei mezzi tecnici, ma anche la gestione conservativa del suolo».
Sulla stessa linea sono stati gli interventi di Gianni dalla Bernardina, presidente CAI AGROMEC, e di Carlo Salvan, vicepresidente di Coldiretti Veneto, che hanno sottolineato quanto la tecnologia e l’innovazione possono essere di grande aiuto per cambiare il modo di fare agricoltura e garantire la qualità dei prodotti. Il dialogo con i professionisti e le istituzioni del settore – è stato detto – è fondamentale per favorire l’innovazione e consentire il trasferimento di conoscenze, tecnologie e competenze: un confronto che riduce le distanze tra azienda e utilizzatori finali per il massimo beneficio reciproco.
L’importanza della formazione tecnica
«Confrontarsi con un esperto come Ernesto Cruz è stata un’ottima occasione di crescita e formazione per noi, vista la sua straordinaria esperienza a livello mondiale in fatto di produttività» – ha commentato Mirco Maschio, presidente di Maschio Gaspardo.
Abbiamo avuto l’opportunità di vederlo all’opera con le nostre attrezzature e di condividere conoscenze tecniche e agronomiche che saranno utili per essere ancora più vicini ai nostri clienti. Il mondo agricolo sta attraversando una fase molto complessa, tra l’aumento generale dei prezzi, il problema dell’energia e i cambiamenti climatici. Ecco perché è fondamentale, per continuare ad essere competitivi ma anche rispettosi dell’ambiente, utilizzare tecniche sempre più innovative assieme ai migliori esperti al mondo».
Lorenzo Andreotti