Le recenti acquisizioni di Ecoflora nel 2019 e di Isagro nel 2021 hanno rappresentato due tappe fondamentali nel piano di sviluppo di Gowan. Un processo che oggi è sempre più orientato verso un’innovazione sostenibile in grado di dare risposte concrete alle grandi sfide dell’agricoltura del Terzo millennio: lotta ai cambiamenti climatici, gestione di nuovi parassiti e adeguamento al nuovo quadro normativo.
Per capire quelle che oggi e nei prossimi anni saranno le principali aree di innovazione per il Gruppo agrofarmaceutico americano, abbiamo incontrato nella sede di Faenza (Ravenna) Ilaria Ferri, responsabile marketing e sviluppo di Gowan. Un’occasione per rimarcare la grande attenzione che l’azienda riserva al nostro Paese, dove, va ricordato, sono presenti alcuni degli impianti produttivi strategici del Gruppo.
Dottoressa Ferri, oggi voi vi definite un’azienda di mezzo tra i grandi gruppi multinazionali e le società di prodotti generici. Quali sono le aree alla base del vostro processo di sviluppo?
Oggi Gowan sta lavorando su tre fronti: le molecole di proprietà che riteniamo abbiano un futuro (zoxamide e benalaxil in primis); l’innovazione nel rame con la razionalizzazione del portafoglio prodotti e lo sviluppo di nuovi formulati; le soluzioni della Linea Biopreparati in grado di dare risposte alla strategia europea Farm to fork che impone una riduzione dei quantitativi di input chimici a ettaro.
Si tratta di tre aree che già oggi guidano l’innovazione presente nel nostro catalogo.
Parlando di prodotti di proprietà sicuramente la zoxamide rappresenta il vostro fiore all’occhiello da diversi anni. Su quali altri prodotti concentrerete i vostri investimenti?
La zoxamide rappresenta oggi un caposaldo della difesa antiperonosporica su cui pertanto continueremo a investire anche nei prossimi anni con lo sviluppo di nuove miscele contenenti,ad esempio, rame e fosfonato di potassio.
Altra molecola strategica è benalaxil, sulla quale abbiamo deciso di investire per diversi motivi.
Si tratta, innanzitutto, di un prodotto che avrà futuro nei prossimi anni dal punto di visto regolatorio. Le evidenze scientifiche, inoltre, mostrano come questa molecola risulti diversa dalle altre fenilammidi (metalaxil) in quanto citotropica, locosistemica e affine alle cere, caratteristiche che la rendono ideale nei trattamenti tra le foglie distese e la pre-fioritura della vite.
Oggi benalaxil è disponibile in miscela con folpet ma stiamo sviluppando miscele contenenti rame e zoxamide. Sempre tra i prodotti di proprietà merita di essere ricordato triallate (Avadex Factor), erbicida di pre-emergenza per cereali a paglia e bietola in grado di dare un valido supporto nella gestione del loietto resistente sempre più diffuso nella nostra Penisola.
Parlando, infine, di strategie antiresistenza per il controllo delle infestanti in risaia non va dimenticato benzobicyclon (Avanza) per il quale abbiamo ottenuto l’uso emergenziale e di cui siamo in attesa della registrazione definitiva.I formulati rameici sono diventati strategici per Gowan dopo l’acquisizione di Isagro. Quali sono le linee di sviluppo?
Per quanto riguarda il rame stiamo lavorando su due fronti. Da un lato con l’impianto di Adria (Rovigo) vogliamo dare risposte concrete al mercato in termini di qualità dei formulati (con prodotti puri, non in miscela e provenienti da rame 100% italiano). Dall’altro, vogliamo razionalizzare il nostro portafoglio puntando soprattutto su quelli che definiamo top brand quali Airone (miscela di rame da idrossido e ossicloruro), Hattrick (rame da solfato tribasico) e Bussola (poltiglia bordolese particolarmente apprezzata al Centro-Sud). Allo stesso tempo stiamo sviluppando soluzioni innovative sempre in un’ottica di riduzione delle dosi di rame metallo in linea con le richieste del mercato e delle normative.
Parliamo, infine, di biorational, settore che vi vede presenti con diversi prodotti. Quali novità prevedete di introdurre?
Il nostro formulato a base di Trichoderma (Remedier) rappresenta il fiore all’occhiello dell’attività di ricerca e sviluppo del sito di Novara. Isagro in passato ha già lavorato su mal dell’esca della vite, maculatura bruna del pero, sui cancri rameali delle drupacee (attività molto interessante anche alla luce del limitato numero di molecole disponibili) e sulle malattie dell’apparato radicale delle colture orticole. Oggi stiamo investendo per estenderne l’impiego contro la botrite del kiwi, i funghi del nocciolo, la fusariosi dei cereali e la botrite della vite.
È ormai prossimo alla registrazione un nuovo formulato a base di un estratto vegetale di Swinglea glutinosa (Perimeter).
Il prodotto presenta attività diretta ed elicitoria con bassa tossicità acuta e selettività verso le api. Oggi è in corso di registrazione contro botrite e marciume acido della vite e botrite della fragola. Non è termolabile e fotolabile e rappresenta la soluzione ideale nelle strategie integrate. Grande attenzione viene poi riservata a Mago, coadiuvante ammesso in biologico che grazie alle sue caratteristiche consente una razionalizzazione dei trattamenti.