Il futuro in viticoltura sarà sempre più all’insegna della sostenibilità, ma per mantenere la posizione di rilievo a livello mondiale che il vino italiano ricopre sarà anche necessario offrire ai viticoltori gli strumenti tecnici per poter continuare a produrre con un impatto sempre minore sull’ambiente. Questo l’assunto di base dell’evento organizzato da Hello Nature nell’ambito di RIVE 2021 dal titolo: «Il futuro della viticoltura e del vivaismo sostenibile, i traguardi raggiungibili grazie all’uso dei biostimolanti vegetali e dei microrganismi».
«Negli ultimi anni la velocità dell’informazione tecnica è cresciuta molto grazie ai supporti digitali e alle app, è un vantaggio notevole dal punto di vista agronomico che permette a noi tecnici di essere più tempestivi con le informazioni, a vantaggio dei viticoltori- ha detto in apertura dei lavori Francesco Degano, Coordinatore regionale della Lotta Guidata per il Consorzio delle Doc FVG.
Giuseppe Colla, docente di Orticoltura e Floricoltura all’ Università degli Studi della Tuscia ha ricordato l’importanza dei biostimolanti con particolare riferimento a quelli vegetali su vite: «prove svolte presso l’Università della Tuscia hanno evidenziato le potenzialità delle applicazioni di biostimolanti a base di funghi micorrizici arbuscolari e sostanze biologicamente attive (peptidi) nel migliorare la crescita radicale e la resistenza allo stress salino di giovani piante di vite in vaso».
Benoît Planques – Chair of the European Standardization committee CEN/TC 455 e Plant Biostimulants e Chief Compliance Officer Hello Nature ha fatto il punto sulla nuova legge europea sui fertilizzanti, che normerà anche i biostimolanti: «il tema più importante per gli utilizzatori finali riguarda l’etichettatura – ha spiegato Planques. Le nuove etichette, data la complessità dell’impianto normativo e la numerosità delle materie prime impiegabili nella produzione di biostimolanti saranno ancora più dettagliate attraverso l’aggiunta di un set di informazioni che metteranno l’agricoltore nelle condizioni di operare al meglio, sfruttando al massimo le performance del prodotto».
Luigi Bavaresco – docente di viticoltura dell’Università Cattolica di Piacenza ha evidenziato i risultati di diverse ricerche sull’impiego di prodotti biostimolanti per mitigare gli stress abiotici su diversi vitigni. «Abbiamo confermato gli effetti positivi di prodotti come Trainer e Stimtide di Hello Nature contro lo stress idrico e termico in diversi vitigni – ha evidenziato Bavaresco – inoltre stiamo approfondendo anche il ruolo di questi prodotti per affrontare i rischi del cambiamento climatico su vite».
Elisa De Luca, responsabile Centro di Ricerca dei Vivai Cooperativi Rauscedo, ha evidenziato come sia oggi possibile ottenere una barbatella di vite in conduzione biologica mantenendo un elevato standard morfologico e sanitario: «una sfida impegnativa ma che va affrontata alla luce del fatto che il vivaismo viticolo deve dialogare con una normativa fitosanitaria stringente, che pone limiti sempre più rigorosi alla produzione e commercializzazione dei materiali vegetali».
Franco Meggio, docente presso il DAFNAE dell’ Università degli studi di Padova ha fatto il punto su una serie di strategie di nutrizione sostenibile basate sull’impiego di biostimolanti su glera in Veneto: «alla luce del cambiamento climatico in atto, il miglioramento delle pratiche colturali è più che mai una necessità e tutti questi aspetti suggeriscono il possibile contributo positivo dei biostimolanti nel ridurre le dosi di fertilizzanti da distribuire, pur mantenendo o anche innalzando la qualità del prodotto, riducendo i costi di produzione e limitando i rischi di inquinamento ambientale».
Roberto Longo, direttore tecnico commerciale Hello Nature Italia ha concluso l’evento evidenziano il ruolo da protagonista che attende i biostimolanti nel prossimo futuro: «le strategie del Green Deal Europeo sono chiare: per poter mantenere la qualità e la quantità delle nostre produzioni agroalimentari riducendo l’impiego di agrofarmaci e fertilizzanti è fondamentale trovare la giusta sinergia con i biostimolanti, sinergia possibile solo grazie al continuo lavoro della ricerca pubblica e privata, chiave per portare l’innovazione dal laboratorio al campo e al vigneto».
Lorenzo Andreotti