Si conferma, ancora una volta, un appuntamento da non perdere il tradizionale convegno di fine anno organizzato da Condifesa Lombardia Nord-Est al Centro Fiera del Garda di Montichiari (Brescia): sala piena di agricoltori e tecnici e soprattutto tanti giovani studenti delle scuole agrarie bresciane per la 12ª edizione dell’evento, tenutosi lo scorso 12 dicembre e dedicato quest’anno alla sinergia tra mais, agricoltura rigenerativa e carbon farming ma anche focalizzata sulle criticità meteo del 2024.
«Siamo reduci da un anno molto complesso» ha confermato il presidente di Condifesa Giovanni Martinelli. «Non possiamo prevedere cosa sarà il futuro, ma il nostro impegno sarà massimo – ha proseguito Martinelli – per continuare a garantire che il nostro Condifesa sia protagonista nel mondo agricolo lombardo, anche con momenti di aggiornamento tecnico come questo convegno».
«Più che di cambiamento – ha detto Andrea Berti, direttore del Condifesa e di Asnacodi (Associazione nazionale dei consorzi di difesa) – si deve parlare ormai di crisi climatica e in un contesto così incerto diventa fondamentale per gli agricoltori adottare adeguati strumenti di tutela come le assicurazioni agricole, ma non solo. Difesa attiva, nuove tecnologie, adeguate scelte agronomiche insieme agli strumenti assicurativi, tematiche al centro dell’evento di oggi, rappresentano infatti strumenti fondamentali per garantire la sostenibilità economica e ambientale delle aziende agricole».
Suolo e carbon farming
Amedeo Reyneri, docente del Disafa dell’Università di Torino, ha messo in evidenza opportunità e limiti dell’applicazione dell’agricoltura rigenerativa nell’ambito maidicolo della Pianura Padana: «il passaggio dall’agricoltura conservativa a quella rigenerativa, che esalta l’utilizzo di colture di copertura, lavorazioni ridotte e la fertilizzazione con reflui zootecnici, ha effetti positivi significativi sulla qualità del suolo agrario senza però introdurre limiti alle innovazioni tecnologiche in ambito di nutrizione, difesa e genetica. Inoltre, con la diffusione delle pratiche rigenerative sarà possibile accedere al mercato volontario dei crediti di carbonio».
Marco Benetti, agronomo specializzato in pratiche agroecologiche e rigenerative, ha evidenziato come dal punto di vista meccanico le tecnologie siano pienamente mature e applicabili a livello aziendale, «ma la visione di insieme deve comunque evolvere, con un’attenzione particolare a tanti aspetti agronomici oggi ancora poco considerati, come evitare la compattazione del terreno o l’opportunità della consociazione, magari con semina a spaglio tramite cantieri combinati. Oltre che il suolo, è il rispetto della fisiologia della pianta – ha evidenziato Benetti – che porta a sistemi colturali resistenti ai cambiamenti climatici e in grado di rigenerare la loro fertilità».
In conclusione Davide Pettenella dell’Università di Padova ha focalizzato l’attenzione sui crediti di carbonio, «su cui siamo ancora molto indietro, soprattutto in ambito agricolo. Ricordiamo – ha ammonito Pettenella – che il mercato dei crediti di carbonio non sarà in grado di cambiare radicalmente le condizioni di redditività degli agricoltori, anche per gli elevati costi di transazione per la sua implementazione».
Non è mancato un momento di confronto sulle problematiche del settore primario: gli interventi dei presidenti di Coldiretti Brescia Laura Facchetti, Copagri Brescia Alessandro Baronchelli, Cia Brescia Rossano Bellettati e di Donato Cillis, responsabile Ricerca & Sviluppo di CAI – Consorzi Agrari d’Italia, hanno tracciato un bilancio dell’annata 2024 evidenziando le prospettive per il 2025, con tanti accenni al contributo delle giovani generazioni nella spinta innovativa per il futuro ma anche al ruolo dell’Europa nelle strategie nazionali.
Le tecnologie disponibili
Ampio spazio durante l’evento è stato dato anche alle soluzioni tecnologiche per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sul mais migliorandone al contempo le performance produttive. Dal supporto che potrà date l’intelligenza artificiale in agricoltura, evidenziato da Gino Mainardi di Cobo, un sostegno tecnologico che può portare nel settore un plus di automazione, precisione e sicurezza, alle strategie preventive illustrate da Riccardo Banfi di Limagrain basate sulla raccolta dati per mettere a disposizione degli agricoltori previsioni di diffusione e attacco di piralide e diabrotica passando per la descrizione, a cura di Giacomo Purromuto, CP Business Innovation Lead Italy di Syngenta, di INTERRA® Scan, una nuova tecnologia per la mappatura e l’interpretazione dei dati dei terreni con elevata risoluzione.
In chiusura Elia Benzoni di Radarmeteo ha riassunto l’anomalia termopluviometrica che ha caratterizzato l’annata 2024 in Lombardia sottolineando ancora una volta il ruolo degli strumenti per la difesa passiva.
Lorenzo Andreotti