Il 2021 ha rappresentato una tappa fondamentale per Gowan. Il Gruppo americano ha, infatti, completato l’acquisizione di Isagro, azienda italiana con sede a Milano che ha portato in dote diversi stabilimenti produttivi, tra cui quello strategico di Adria (Rovigo) per la produzione del rame, e il Centro ricerche di Novara che permetterà di effettuare attività di ricerca e sviluppo interna. Lo scorso 11 ottobre Gowan ha deciso di presentarsi ufficialmente al mercato italiano nel suo nuovo assetto con un evento che ha riunito presso il Museo Ferruccio Lamborghini di Funo di Argelato (Bologna) rivenditori, opinion leader e stampa specializzata.
Un’occasione per rimarcare la filosofia del Gruppo americano che proprio quest’anno festeggia i 60 anni dalla sua nascita.
Dalle radici ai giorni nostri
Gowan è stata fondata nel 1962 da Jon Jessen a Yuma in Arizona come società di consulenza nella difesa fitosanitaria, anche se l’entrata nel mondo agrofarmaceutico è iniziata nel 1971 conla produzione della prima molecola di proprietà. Nel 1989 entra ufficialmente nel business dei fertilizzanti e nel 1996 in quello delle sementi per le colture speciali.
Oggi l’azienda guidata dalla famiglia Jessen, giunta alla terza generazione, può contare su 1.700 dipendenti e un fatturato di circa 1 miliardo di dollari, 700 milioni dei quali derivanti dalla vendita di prodotti fitosanitari.
«Gowan – ha illustrato Jean Philippe Pollet, a capo dell’area Eumea del Gruppo (Europa, Medio Oriente e Africa; ndr)– è un’azienda globale specializzata in sviluppo, registrazione, produzione e marketing di diverse soluzioni per la difesa e la nutrizione delle colture mantenendo fede alla filosofia del suo fondatore: avere i piedi piantati per terra a testimonianza del forte legame con i nostri clienti, gli agricoltori. Ci definiamo un’azienda di mezzo tra i grandi gruppi multinazionali e le società di prodotti generici, con un accesso diretto al mercato attraverso una presenza capillare nei diversi Paesi (circa 70)».
Un ruolo chiave nella crescita lo hanno avuto le acquisizioni di Ecoflora, avvenuta nel 2019, e più recentemente quella di Isagro concretizzatasi nel 2021. «Grazie a queste due importanti acquisizioni – ha precisato Pollet – il 20% del nostro fatturato oggi deriva dalle cosiddette biosolution e ci pongono in prima fila nel fornire soluzioni in grado di rispondere alle richieste del nuovo quadro normativo comunitario, strategia Farm to Fork in primis. L’acquisizione di Isagro più in generale ci ha permesso di completare il nostro portafoglio prodotti e di avere un centro di ricerca e sviluppo e siti produttivi direttamente nel Vecchio Continente».
Italia mercato chiave per Gowan
È toccato a Piersilvio Paiero, direttore generale di Gowan Italia, inquadrare l’azienda nel nostro Paese. «L’Italia – ha evidenziato Paiero – rappresenta per Gowan il secondo Paese dopo gli Stati Uniti sia per fatturato sia per numero di dipendenti. Sino all’acquisizione di Isagro, la nostra azienda, non avendo una propria area di ricerca e sviluppo, era focalizzata su specifici business meno “colonizzati” dagli altri gruppi multinazionali.
Grazie a questo importante accordo ora possiamo investire in tutti i nostri asset, persone e prodotti guardando alla chimica di sintesi ma anche alle biosoluzioni, tutto ciò per continuare nel nostro percorso di crescita in termini di presenza e di quota di mercato. Per i nostri clienti – ha concluso Paiero – vogliamo essere una società dinamica, snella, affidabile, trasparente e sostenibile».
Guardando alle strategie future nel nostro Paese, Ilaria Ferri, responsabile marketing e sviluppo di Gowan Italia, ha rimarcato ancora una volta il forte legame del Gruppo con la terra e la necessità di creare strette partnership con i professionisti dell’agricoltura. «Vogliamo – ha sottolineato Ferri – portare innovazione di servizio e di prodotto per affrontare le sfide di mercato e adeguarci ai cambiamenti. Il nostro obiettivo è quello di fornire prodotti di alta qualità in tutti i segmenti produttivi». Un asset importante per Gowan, in particolare, è rappresentato dalla Linea Biopreparati che ha radici solide e che oggi può contare su alcuni prodotti conosciuti quali Remedier, Ibisco, Polyversum, ecc. oltre ai fungicidi a base di rame e zolfo.
«Si tratta di un progetto importante – ha continuato Ferri – che si sta ulteriormente aprendo grazie all’acquisizione di Ecoflora, società specializzata in botanicals (estratti vegetali) e che ci permetterà di rafforzare ulteriormente la nostra presenza in questo settore. Già nel corso del 2023 lanceremo una nuova soluzione a base di Swinglea glutinosa, sostanza a basso rischio efficace contro botrite, marciume acido e oidio e che stiamo registrando su fragola e vite, mentre altre soluzioni saranno lanciate nei prossimi anni».