C’è un nuovo interesse per le colture proteoleaginose, con buone opportunità di guadagno per l’agricoltore.
«Partiamo ora con i primi contratti interprofessionali di coltivazione del girasole, che includono un prezzo fisso per il 50% della produzione contrattata e la firma prima della semina. Questo modello di accordo risponde bene alle esigenze dell’agricoltore, aiutandolo nella definizione del piano colturale e del budget aziendale»: ad annunciarlo è Enrico Gambi, presidente di Anb Coop a margine del convegno bolognese «Antico ma sempre nuovo. La seconda giovinezza del girasole», organizzato nella sede dell’Associazione nazionale bieticoltori, precisando inoltre che «la produzione italiana di girasole è altamente deficitaria, sono circa 100.000 gli ettari totali coltivati, ma ne servirebbero almeno 600.000 per soddisfare le richieste dell’industria agroalimentare».
Soprattutto nell’area Centro Nord si stima un aumento della superficie coltivata a girasole: la proteoleaginosa viene infatti scelta anche in alternativa al mais e al frumento tenero.
«Ci concentreremo in particolare – ha aggiunto Matteo Ferri, coordinatore delle attività di ANB Coop – sugli accordi di coltivazione per la produzione di girasole ad alto contenuto oleico, cioè quello più richiesto dal made in Italy agroalimentare».
Anb Coop proporrà inoltre contratti di coltivazione biologica per colza, girasole e soia, puntando alla creazione di filiere efficienti e sostenibili attraverso accordi interprofessionali profittevoli per l’agricoltore e relazioni di partnership d’eccellenza, in particolare con Pioneer – Corteva Agriscience, leader nella ricerca e selezione di materiale genetico di ultima generazione e Cereal Docks, multinazionale italiana specializzata nella valorizzazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti derivati dalle proteoleaginose.