Per i frumenti quella appena conclusa è stata un’annata che ha messo chiaramente in luce l’importanza di tutte le agrotecniche per compensare gli squilibri determinati dal meteo sempre più bizzarro, compito tutt’altro che facile a fronte della sempre crescente richiesta di sostenibilità ambientale da parte dei consumatori. Eppure, le soluzioni esistono, ma solo per merito della ricerca e dell’innovazione.
Queste le premesse dell’evento «Dal campo alla tavola: il grano sposa la sostenibilità» che si è tenuto lo scorso 12 luglio presso il prestigioso Palazzo Silimbani a Cavarzere (Venezia) grazie alla collaborazione tra Confagricoltura Venezia, Produttori Sementi Polesani, Agronutrition, Eurochem, Timac Agro e Syngenta.
Dopo i saluti del padrone di casa e presidente di Confagricoltura Cavarzere e Cona Romano Silimbani e quelli del presidente di Confagricoltura Venezia Giulio Rocca, Pierluigi Meriggi, di Horta, ha aperto la sessione tecnica facendo il punto sull’annata 2019 del frumento tenero: «le semine al Nord sono state ottimali e le emergenze regolari. La campagna è proseguita durante il mese di maggio, eccezionalmente piovoso e con temperature sotto alla media, con un accestimento relativamente contenuto a causa anche dello scarso assorbimento dell’azoto in questa fase. A fine maggio, con la ripresa delle temperature e l’interruzione delle piogge, l’azoto distribuito a fine aprile si è riattivato ma hanno fatto la loro comparsa anche le malattie fogliari – ha continuato Meriggi – con una forte pressione della fusariosi della spiga causata in particolare dal Microdochium nivale che non determina contaminazione da micotossine ma abbassa comunque la resa». Meriggi ha sottolineato quanto sia importante valutare con anticipo i trattamenti fungicidi.
Comunicare l’innovazione contro le fake news
Ma se le avversità fungine o gli insetti si controllano con le corrette strategie di difesa, altrettanto non si può delle fake news che interessano il comparto cerealicolo italiano, contro le quali l’unica soluzione è la corretta comunicazione. «Il futuro chiede frumenti più produttivi, ad elevato valore salutistico e nutrizionale e resistenti a stress idrici, alte temperature e patogeni – ha evidenziato Francesco Sestili, dell’Università della Tuscia. Richieste che possono essere esaudite solo dal lavoro della Ricerca, di certo non raccontando ai consumatori che solo i grani cosiddetti antichi siano più sani di quelli moderni, concetto smentito da diversi studi, tra cui una ricerca internazionale pubblicata sul “Journal of Cereal Science” che evidenzia come i contenuti di composti bioattivi (fibre, beta-carotenoidi, acido ferulo, tocoferoli, acidi fenolici, steroli) presenti nei frumenti antichi (T. monococcum, T. turgidum ssp dicoccum, T. turgidum ssp turanicum e spelta) non differiscano da numerose varietà moderne di frumenti duri e teneri».
Sulla stessa linea è stato anche l’intervento di Roberto Bassi, Product Development Manager Cereals – Italy and South-East Europe presso Syngenta: «la sfida che attende le multinazionali agroalimentari è quella di produrre più cibo con meno input e per vincerla è fondamentale investire in ricerca e innovazione. La comunicazione è importantissima in questo senso – ha aggiunto Bassi – e bisogna smettere di incutere timore nel consumatore verso quello che mette nel piatto. Un esempio è quello degli agrofarmaci che vengono dipinti come il male assoluto, mentre in realtà vengono utilizzati in campagna da professionisti e sottoposti a tantissimi controlli, a differenza dei comuni detersivi, spesso contenenti sostanze chimiche potenzialmente pericolose, che però chiunque può acquistare al supermercato e utilizzare in casa».
La sostenibilità secondo gli addetti ai lavori
La seconda parte del convegno ha visto protagonista il concetto di sostenibilità secondo i fornitori dei mezzi tecnici per l’agricoltura. Durante la tavola rotonda, a cui hanno partecipato Gianluca Ferrazzano di Syngenta, Stefano Ribatti di Eurochem, Franco Franceschetti di Agronutrition, Arnaldo Bovolenta della Produttori Sementi Polesani e Massimo Magon di Timac Agro, è emerso chiaramente come fertilizzazioni e genetica devono adeguarsi alla sempre maggiore richiesta di sostenibilità delle produzioni agricole, andando ad esaudire le richieste dei consumatori a livello ambientale e sociale, ma anche quelle degli agricoltori, interessati giustamente alla sostenibilità economica, senza la quale fare impresa, quindi fare agricoltura, è semplicemente impossibile.