Uno strumento straordinario per supportare i soci nell’annus horribilis della frutticoltura: 16 milioni di euro, disponibili a condizioni agevolate fino a un massimo di 3.000 euro/ha da utilizzare per l’acquisto di mezzi tecnici così da permettere agli agricoltori di difendersi dalla cimice asiatica e dalle calamità naturali.
È questo l’ultimo e fondamentale atto per il 2019 di Apo Conerpo, Organizzazione di produttori con sede a Villanova di Castenaso (Bologna) che raccoglie 6.000 soci (in maggioranza dell’Emilia-Romagna), riuniti in 51 cooperative: un passo ulteriore nel sostegno al mondo della frutticoltura che mai come negli ultimi 12 mesi ha dovuto affrontare una situazione di crisi globale a causa del cambiamento climatico e dall’esplosione di insetti alieni e fitopatie.
Risorse disponibili subito
«Cimice asiatica, moria del pero, maculatura bruna, eventi meteorologici straordinari: per la frutticoltura il 2019 è stato un anno tremendo» commentano Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, e Roberto Cera, vicepresidente. «I danni per le sole pere e pesche superano i 350 milioni di euro, mentre per mele e kiwi si stanno ancora quantificando i risultati della campagna: in attesa che le risorse promesse dal ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova diventino disponibili e che l’Europa valuti le altre richieste effettuate, come Apo Conerpo abbiamo deciso di mettere in campo uno strumento ulteriore a sostegno dei nostri soci maggiormente colpiti in questa annata difficile, e immediatamente disponibile».
Lo strumento prevede un fondo complessivo di 16 milioni di euro a cui potranno accedere i più colpiti fra produttori delle cooperative socie di Apo Conerpo.
«Abbiamo previsto un tetto massimo di 3.000 euro/ha per un totale non superiore a 100.000 euro per azienda – spiega Vernocchi – che i produttori di pere, susine, pesche, nettarine e mele potranno chiedere, tramite le nostre cooperative, per acquistare i mezzi tecnici che li aiuteranno ad affrontare la campagna 2020 e con un rimborso diluito e differito nei prossimi anni. Un gesto concreto che si affianca a quanto già fatto da Apo Conerpo in termini di sostegno a ricerca scientifica, attività informativa e sollecitazione delle istituzioni per lo stanziamento di risorse specifiche a sostegno della frutticoltura e reso possibile dalla collaborazione con le nostre cooperative, il supporto di Banca popolare dell’Emilia Romagna ed Emilbanca e il fondamentale intervento di UnipolSai».
Altri aiuti
«Non abbiamo la pretesa di risolvere da soli il problema cimice asiatica – proseguono Vernocchi e Cera -: questa è una battaglia che si può vincere solamente con il lavoro di squadra. Le istituzioni sono in movimento: a livello nazionale, sono stati stanziati 80 milioni di euro, di cui 40 per il 2019, per indennizzi a fondo perduto per i danni già subiti, di cui però attendiamo ancora con impazienza modalità e tempistica di utilizzo, non sufficienti ma certamente utili se fruibili facilmente e in tempi brevi, mentre la Regione Emilia-Romagna si è attivata immediatamente con numerose iniziative che vanno dai bandi Psr per le reti antinsetto, ai contributi conto interessi per i finanziamenti di conduzione, all’investimento di 1 milione di euro per la ricerca. Sono tutti tasselli essenziali di un puzzle complesso in cui Apo Conerpo ha deciso di dare un ulteriore contributo, oltre a quanto fatto finora, nell’attesa che le risorse nazionali e, auspicabilmente, quelle comunitarie diventino realmente disponibili».
La battaglia continua quindi, ma con un’arma in più a sostegno delle produzioni che rappresentano un’eccellenza per il nostro Paese.
«Occorre accelerare e sostenere i progetti di ricerca per la difesa – conclude Vernocchi – approntando strategie efficaci per le prossime campagne e accelerando le misure per il riequilibrio biologico, con l’utilizzo di antagonisti naturali della cimice asiatica come la vespa samurai. Ma soprattutto, nell’attesa che queste misure raggiungano i risultati sperati, dobbiamo garantire tutti insieme, dalle istituzioni alle op, un adeguato sostegno economico e finanziario ai produttori».
Articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 2/2020