13IBF, nata nel 2017 per iniziativa di BF e Ismea, dopo essere entrata nell’orbita del fondo di investimenti Nextalia, ha effettuato una serie di acquisizioni che hanno portato a un nuovo assetto e soggetto societario: Diagram.
Abbiamo incontrato Roberto Mancini, amministratore delegato di Diagram, per capire la ragione di queste acquisizioni e i futuri progetti dell’impresa.
Innanzitutto, come si spiega l’ingresso di Nextalia in IBF?
La partnership tra BF e Ismea era nata con l’obiettivo di acquisire conoscenze e maturare esperienze di agricoltura di precisione, sperimentate nei processi produttivi dell’azienda agricola Bonifiche Ferraresi, per renderle poi disponibili all’agricoltura italiana.
In questa prospettiva va letta l’acquisizione di Agronica del 2020: a IBF serviva una piattaforma digitale per accedere al mercato e proporre le sue soluzioni.
Ma crescere nel comparto dell’agritech significa ingenti investimenti, pertanto le economie di scala sono fondamentali, ecco perché IBF-Agronica e Nextalia, un fondo partecipato da numerosi soggetti istituzionali, con una dotazione di oltre 1 miliardo di euro da impiegare per la crescita delle eccellenze italiane, si sono incontrati.
Qual è la compagine sociale di Diagram?
Nextalia detiene l’80% della nuova realtà, mentre BF ha conservato il 20% delle quote e continua a essere, oltre che socio, un importante partner, con il quale sperimentare e pensare nuovi servizi per l’agricoltura italiana.
Avete effettuato altre acquisizioni?
La prima è stata Abaco, nel 2023. Con Abaco la compagine Diagram (all’epoca ancora IBF-Agronica) ha potuto approcciare oltre al mercato privato rappresentato da piccole e grandi aziende agricole, soggetti aggregatori come consorzi e cooperative, agroindustria, banche e assicurazioni, anche quello delle istituzioni pubbliche.
Abaco infatti è già presente nel Regno Unito, a Malta e in Georgia, dove gestisce le piattaforme per i pagamenti pubblici in agricoltura. Con Abaco, Diagram si è quindi aperta al settore pubblico e all’internazionalizzazione. Per di più, la società di una piattaforma avanzata, nella quale sono confluite le conoscenze dell’acquirente.
Nel 2024 abbiamo comprato Agriconsulting, realtà fortemente orientata al pubblico e focalizzata soprattutto sulla fase di controllo in campo degli investimenti sostenuti da aiuto pubblico, per completare l’offerta di Abaco, concentrata su gestione e controlli digitali.
In fine a maggio 2024 è entrata nell’orbita di Diagram Net Sense, impresa attiva nella produzione di sensori prossimali.
Qual è il progetto industriale?
Senza dubbio vogliamo spingere l’internazionalizzazione, anche attraverso nuove partecipazioni fuori dai confini nazionali, che metteremo a fuoco già nella seconda parte del 2024.
Per quanto riguarda il fatturato, grazie al lavoro dei nostri 320 dipendenti, l’obiettivo è chiudere l’esercizio prossimo con 75 milioni di euro di ricavi, equamente ripartiti tra mercato privato e pubbliche amministrazioni.
Con questi numeri siamo leader in Europa nel settore agritech. Anche sul fronte dell’offerta non temiamo confronti: agricoltura di precisione, qualità dei suoli, tracciabilità delle produzioni, sostenibilità lungo la filiera, quaderno di campagna, servizi di consulenza agronomica e controlli in campo.
Così tanti prodotti rischiano di rendere l’attività dispersiva?
No. Se le piattaforme con le quali offriamo servizi alla pubblica amministrazione e ai privati sono trasversali, le reti commerciali, i pm e le unità di ricerca e sviluppo sono separate e specifiche.
L’ampiezza di offerta è una risorsa, consente di dialogare con aziende agricole, agroindustriali e pubbliche amministrazioni, con uno scambio di punti di vista utile a interpretare il mercato.
Ci sono servizi innovativi in vista?
L’innovazione in casa Diagram è un processo permanente e continuo e risiede nell’evoluzione del trattamento dei dati, che ci consente di offrire servizi sempre più affidabili e innovativi. Ad esempio, stiamo fornendo a istituti di credito e assicurazioni dataset relativi ai rischi erosione e climatico in aree specifiche, piuttosto che indicatori di produttività, permettendo a queste società di avere informazioni sulla sostenibilità economica delle attività finanziate.
Disponiamo anche di un servizio innovativo in grado di calcolare il valore economico della sostenibilità ambientale delle singole imprese e dell’intera filiera.
Ancora, per conto del Masaf, stiamo mappando i suoli seminativi italiani per evidenziarne la qualità in un’ottica di stoccaggio del carbonio.
Infine, voglio ricordare la partecipazione al progetto Infragri, un’iniziativa pubblico-privata che punta a infrastrutturare il territorio di 6 regioni italiane, posizionando una serie di sensori per l’acquisizione di dati necessari a elaborare servizi di agricoltura di precisione e 4.0 da erogare poi a pagamento alle imprese agricole, senza costringerle a pesanti investimenti in hardware.
Antonio Boschetti