Uno dei punti di forza di Diachem è rappresentato dallo stabilimento di Caravaggio (Bergamo) che dal 1986, anno della sua entrata in funzione, ha continuato un processo di potenziamento per rispondere alle diverse richieste del mercato. Per l’azienda agrochimica italiana, infatti, rappresenta un fiore all’occhiello che permette di sviluppare soluzioni uniche da proporre attraverso i marchi Chimiberg e Diagro e di rappresentare allo stesso tempo un fornitore affidabile per le principali società presenti sul mercato.
Per capire quali sono le peculiarità dell’impianto produttivo abbiamo incontrato Pietro Casti, dal 2002 direttore dello stabilimento, e Luca Dubbini, responsabile clienti industriali, nonché rappresentante della quarta generazione alla guida del Gruppo.
L’impianto produttivo di Caravaggio rappresenta, oggi, uno dei punti di forza di Diachem. Quali sono le sue peculiarità?
Possedere uno stabilimento chimico in Italia non è assolutamente una banalità, basti considerare che oggi il settore agrochimico per caratteristiche può essere accostato a quello farmaceutico, sia dal punto di vista normativo, sia per la complessità della produzione e l’attenzione all’ambiente. Rappresenta pertanto un punto di riferimento per noi e per i nostri partner.
A Caravaggio produciamo prodotti sia per i nostri brand Chimiberg (agrofarmaci) e Diagro (agronutrienti), sia dati in distribuzione (concorrenti e partner); inoltre forniamo clienti industriali italiani ed esteri. In termini di volumi le produzioni interna e contoterzi si equivalgono.
Quali ritenete siano i punti di forza del vostro impianto?
Sicuramente la nostra capacità formulativa in termini di flessibilità sia nella tipologia (solidi e liquidi) sia nel packaging (da 1 mL sino all’Isotank), unita alla qualità e all’affidabilità, rappresentano i punti di forza del nostro sito produttivo.
Dal punto di vista qualitativo, in particolare, riserviamo la massima attenzione alla cosiddetta «cross contamination» per garantire nei nostri prodotti o ai nostri clienti i più rigidi e rigorosi standard (contaminazioni al di sotto delle ppb).
Tutto ciò viene garantito grazie alla presenza di linee di produzione separate, anche in edifici differenti, che permettono di realizzare specifiche tipologie di prodotto. A tal proposito abbiamo previsto un piano di investimenti per ampliare ulteriormente la capacità produttiva con un potenziale raddoppio delle superfici dedicate all’impianto.
Che tipo di formulazioni oggi siete in grado di produrre?
Nel nostro impianto produciamo tutte le principali tipologie formulative, sia liquide sia solide, con un’attenzione a quelle più innovative quali le sospensioni concentrate (flowable), di cui Diachem resta una delle società all’avanguardia, e i prodotti granulari ottenuti attraverso granulazione a umido ed essiccazione su letto fluido.
L’ultima tendenza oggi è rappresentata dalle nanocapsule e microcapsule con utilizzo di componenti naturali e innovativi a ridotto impatto ambientale.
Come si declina l’attività di ricerca & sviluppo in Diachem?
Lo sviluppo di un nuovo prodotto coinvolge le diverse aree aziendali (vendite, regolatory e marketing strategico) che si interfacciano con il reparto ricerca & sviluppo dell’area produttiva.
Tocca al nostro laboratorio, dove operano 10 persone, sviluppare soluzioni innovative che vengono valutate
dal punto di vista registrativo; in caso positivo, grazie all’utilizzo di diversi impianti pilota, viene realizzata una piccola produzione per analizzare dal punto di vista agronomico (efficacia) ed ecotossicologico il prodotto. Terminata la valutazione si passa alla fase di produzione vera e propria, verificando l’eventuale necessità di potenziare le linee di produzione.
Diastar, uno dei prodotti di punta del catalogo Chimiberg, ha vissuto proprio questo iter produttivo. Un progetto sviluppato a livello nazionale, poi esteso a livello europeo, che ha coinvolto a 360° tutte le diverse funzioni aziendali. A seguito del successo di Diastar è stata raddoppiata la capacità produttiva garantendo al contempo una maggiore efficienza.
Dal punto di vista della sostenibilità quali scelte sono state fatte?
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale abbiamo coniato il payoff «Made for Gaia» che racchiude tutte le attività che sono state fatte in Diachem per la difesa della Terra, dall’impianto fotovoltaico, al controllo delle emissioni, al trattamento delle acque, all’impiego di solventi vegetali e di packaging ecofriendly. Tutto ciò consente di al nostro impianto di integrarsi perfettamente con il territorio di Caravaggio.
La difficoltà maggiore è quella di far percepire alla popolazione quello che c’è dietro al mondo produttivo Diachem. Per questo motivo, oltre che per i nostri stretti collaboratori, da una decina di anni apriamo le porte dello stabilimento ai cittadini e alle scuole per mostrare il nostro sistema produttivo e i rigidi standard adottati.
Giannantonio Armentano