L’integrazione tra genetica, agrofarmaci, fertilizzanti e digitale è alla base delle moderne tecniche di coltivazione in grado di conciliare, da un lato, la produttività e, dall’altro, la sostenibilità ambientale. Un’integrazione, tra l’altro, fondamentale per raggiungere gli ambiziosi target stabiliti dalla strategia Farm to Fork nell’ambito del Green Deal europeo.
Per soddisfare la crescente richiesta di soluzioni integrate Corteva Agriscience ha inaugurato a Eschbach, cittadina al sud di Friburgo (Germania), il suo primo impianto integrato per la protezione della colture e la ricerca nelle sementi della regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).
Lo scorso 20 giugno il nuovo centro ha aperto le porte alla stampa specializzata della regione EMEA, un’occasione per visitare la nuova struttura e toccare con mano alcuni dei progetti in sviluppo che puntano proprio all’integrazione delle diverse soluzioni.
Situato nella Germania sud occidentale, ai confini con Francia e Svizzera, il sito si trova in una posizione strategica per le attività di ricerca & sviluppo in tutta la regione EMEA e offre la possibilità di condurre prove in campo per quasi tutte le colture importanti in Europa. Varcando le porte a Eschbach è evidente da subito l’internazionalità del nuovo centro: oltre 30 ricercatori provenienti da diversi Paesi testimoniano il forte legame con importanti istituti di ricerca europei. Inoltre il centro è pienamente incorporato nel network globale dei laboratori di Corteva ed è complementare agli altri laboratori negli Stati Uniti.
Genetica avanzata
Uno dei fiori all’occhiello del centro di Eschbach è rappresentato dal Genotyping lab dotato di strumentazioni all’avanguardia in grado di caratterizzare, automatizzare e velocizzare le attività di miglioramento genetico. Guidato dall’italiana Cristina Dal Bosco il laboratorio ospita studi per sviluppare varietà sempre più resilienti ai cambiamenti climatici, una delle grandi sfide dell’agricoltura del Terzo millennio.
Nel nuovo centro di ricerca vengono, inoltre, condotti studi con le moderne tecniche di miglioramento genetico, le TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita): tra le attività in corso in collaborazione con il centro di ricerca francese INRAE sono svolti studi per allargare a Nord l’areale di produzione della soia in Europa.
Agrofarmaci sempre più sostenibili
Proseguendo la nostra visita nei laboratori dedicati alla protezione dagli agenti biotici risulta evidente come Corteva abbia posto come prioritaria la necessità di ridurre il consumo di agrofarmaci, in linea con le richieste europee, attraverso diverse linee di ricerca. In primis lo sviluppo di prodotti efficaci a basso dosaggio di sostanza attiva: Arylex active e Rinskor active, tra gli erbicidi, Zorvec active e Inatreq active, tra i fungicidi, sono già oggi esempi concreti disponibili sul mercato in grado di ridurre i volumi distribuiti, assicurando al contempo efficacia e un favorevole profilo tossicologico. Nei prossimi anni sarà disponibile Reklemel active, una nuova soluzione a basso dosaggio per il controllo dei nematodi, problematica particolarmente sentita negli areali orticoli italiani e che ha visto negli ultimi anni una forte riduzione dei prodotti disponibili a seguito della revisione europea.
Altro filone di ricerca è rappresentato dallo sviluppo di biosoluzioni, settore che in Corteva ha avuto una forte accelerazione a seguito delle acquisizioni di Symborg e Stoller e che vedrà l’introduzione sul mercato di nuove soluzioni sia per la protezione che per la nutrizione e la gestione degli stress abiotici. A tale riguardo Corteva prevede che gli agrofarmaci biologici toccheranno nel 2035 il 25% dei ricavi.
Infine, l’integrazione tra genetica e bioprotezione rappresenta un’ulteriore area di ricerca sviluppata nei laboratori di Eschbach, come dimostra l’abbinamento di un biofungicida all’impiego di ibridi tolleranti per la gestione di sclerotinia su colza.
Non mancano, infine, studi sulla comparsa di popolazioni resistenti, fenomeno particolarmente sentito nel settore dei fungicidi e la cui gestione è fondamentale per assicurare la disponibilità dei prodotti nel tempo.
Biostimolanti e digitale
La visita al centro tedesco è terminata in campo dove sono state illustrate alcune sperimentazioni condotte su frumento e mais per verificare l’efficacia di BlueN, biostimolante a base di Methylobacterium symbioticum SB23, nel ridurre la fertilizzazione azotata. I vantaggi sono stati evidenziati grazie anche all’impiego di droni attrezzati con camere multispettriali, a testimoniare il crescente utilizzo in Corteva della tecnologia digitale.
Giannantonio Armentano