Un passo importante nella strategia di adattamento ai cambiamenti climatici nell’anno in cui gli eventi estremi lasceranno il conto più pesante da pagare: questo il senso dell’iniziativa adottata da Condifesa Lombardia Nord-Est, che nei giorni scorsi ha organizzato un tavolo di confronto con gli ispettori delle principali compagnie assicurative. L’obbiettivo era quello di gettare le basi di una nuova ipotesi collaborativa capace di tenere in conto le evoluzioni che stanno interessando il sistema delle polizze agevolate per la tutela dei raccolti in questo nuovo quadro di emergenza climatica.
“Nel 2023 non ci siamo fatti mancare nulla – afferma Andrea Berti, direttore del Consorzio bresciano oltre che di Asnacodi, il coordinamento nazionale dei Condifesa. Gelate, siccità, alluvione, tempeste di vento, grandine con il record storico del chicco più grosso di tutti i tempi in Europa, pari a 18 centimetri di diametro. Inevitabile guardare oltre la contingenza per gettare le basi di un rapporto continuativo con gli ispettori delle compagnie assicurative, fondamentali perché sono loro i coordinatori dei periti che stabiliscono l’ammontare del risarcimento”.
Da qui l’idea dell’incontro svoltosi a Brescia, dove il Condifesa ha portato tutta l’esperienza ed il peso di un organismo che rappresenta 4715 soci totali (anche a Como, Lecco e Varese) per un valore assicurato arrivato nel 2022 alla soglia dei 400 milioni di euro per un totale di 1920 aziende e 40 mila ettari assicurati nel 2022.
“Valori in costante aumento negli ultimi anni, grazie ai quali abbiamo costruito un Servizio Tecnico d’eccellenza che ogni giorno è attivo nelle nostre campagne per assistere le aziende oltre che per portare avanti importanti progetti di ricerca e studio sulle principali coltivazioni – ha detto il presidente di Condifesa Giacomo Lussignoli. Grazie all’attività dei nostri tecnici abbiamo potuto illustrare compiutamente l’andamento di un’annata sicuramente anomala anche sul fronte delle fitopatie, offrendo quindi alle compagnie tutta la nostra disponibilità per un supporto tecnico che possa agevolare una più esaustiva conoscenza di quanto avviene in campo”.
L’idea, spiega Andrea Berti, “è quella di offrire le basi per creare una logica di coordinamento riferita a informazioni agronomiche sulle colture e all’interpretazione delle normative. Del resto il 60% degli assicurati incrocia un perito in campo, figura che quindi a nostro avviso deve essere adeguatamente documentata e formata perché con le sue valutazioni ha in mano decisioni importanti per il futuro e le prospettive di un’azienda”.
Il clima che cambia quindi diventa anche stimolo per individuare nuove strategie in un ambito destinato a ricoprire sempre maggiore importanza come la gestione del rischio.
“L’obbiettivo è quello di riconvocare il tavolo con gli ispettori a fine anno per capire, a fronte dell’andamento registrato nel corso dell’annata, come potrebbero cambiare condizioni e contratti per l’anno successivo, trasferendo nell’operatività gli effetti e le ripercussioni del clima che cambia – conclude il presidente Lussignoli. Questo significa mantenere alto il livello di attenzione sulle criticità che cambiano il mondo agricolo trasferendo i vantaggi sulle imprese e migliorando al contempo costantemente la qualità del servizio erogato ai soci”.