In una delle annate più difficili a memoria di agricoltore, il protocollo Combi Mais 9.0 conferma quanto sia fondamentale utilizzare in modo razionale le agrotecniche per arrivare a raccolta con rese, sanità della granella e soprattutto redditività più che soddisfacenti.
Ovviamente le produzioni di quest’anno sono lontane dall’obiettivo di 200 q/ha che 9 anni fa il team del Combi Mais si era proposto, ma con le problematiche di siccità e degli stress termici della primavera-estate 2022 una resa media in provincia di Milano di 135 q/ha di granella esente da micotossine è un risultato di cui non ci si può proprio lamentare.
Annata critica sotto tutti i punti di vista
«Un’annata come quella 2022 si può solo sperare che non torni – ha detto Mario Vigo, ideatore del progetto Combi Mais, durante la presentazione dei risultati – ma grazie all’impegno, la tecnica e la continua innovazione siamo stati in grado di dare una risposta almeno produttiva – e indubbiamente qualitativa – in un momento in cui la natura non ci è stata favorevole. Combi Mais si conferma un gruppo di uomini, mezzi e risorse capace di affrontare, dopo l’anno passato, qualunque difficoltà».
Il punto sull’annata 2022 è stato ben riassunto da Amedeo Reyneri, docente dell’Università di Torino e coordinatore scientifico di Combi Mais: «la presenza di aflatossine nei principali areali maidicoli è purtroppo diffusa ed elevata, criticità che si somma alla già scarsa quantità raccolta a livello nazionale. Probabilmente l’import di granella di mais aumenterà ulteriormente nei prossimi mesi, arrivando a 2/3 del nostro fabbisogno. Il protocollo Combi Mais però ha dimostrato di sfruttare in modo più efficiente acqua e azoto rispetto alle tecniche convenzionali e, aspetto di importanza fondamentale, ha permesso di raccogliere granella senza contaminazione da aflatossine».
Investire conviene
«Quest’anno abbiamo dovuto trinciare pre raccolta un appezzamento dei quattro dedicati al progetto per mancanza di acqua – ha evidenziato Leonardo Bertolani, agronomo responsabile di Combi Mais. Da gennaio a fine aprile non è mai piovuto e abbiamo potuto attivare la subirrigazione solo da fine maggio. Nonostante tutto abbiamo visto picchi produttivi anche di 168 q/ha e anche sotto il profilo della redditività i conti tornano: a fronte di un profitto di circa 250 euro/ha più contributo pac per l’uso zootecnico (PLV/ha di 4.250 euro con costo di produzione di 4.000), la granella ad uso alimentare umano di Combi Mais ha spuntato un profitto di circa 1.968 euro/ha (PLV/ha di 6.636 euro con 16,18 t/ha a 410 euro/t incluso il premium price e costo di produzione medio di 4.668 euro/ha)».
I partner del progetto
Netafim ha messo in campo le soluzioni per l’irrigazione di precisione, tra cui l’impianto di subirrigazione e gli SDS per la gestione irrigua; la genetica era a marchio Dekalb con gli ibridi DKC6715 e DKC6503; Bayer Crop Science ha fornito i prodotti per difesa e diserbo e la piattaforma FieldView per il supporto digitale; i fertilizzanti organo minerali sono stati forniti da Unimer mentre CIFO si è occupata della nutrizione localizzata alla semina, dei prodotti per la fertirrigazione e dei biostimolanti fogliari. Semina e lavorazione del terreno sono state eseguite con macchine di Maschio Gaspardo con Agriserv, società di Contoterzisti specializzati nell’agricoltura di precisione, che si è occupata della gestione dei dati.
Lorenzo Andreotti